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Massimo Galli, arriva la condanna per lui: quanto gli hanno dato

È arrivata la sentenza dal Tribunale di Milano per Massimo Galli. L’infettivologo è stato condannato per falso, con pena sospesa e non menzione. Lo ha deciso la decima sezione penale del Tribunale, che ha invece assolto Agostino Riva, ai tempi suo stretto collaboratore.

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Massimo Galli, arriva la condanna per lui

È stato condannato a Milano a 1 anno e 4 mesi per falso, con pena sospesa e non menzione, Massimo Galli, l’infettivologo che fu in prima linea durante le fasi più drammatiche della pandemia di Covid ed ex primario dell’ospedale Sacco, ora in pensione. Galli è stato, invece, assolto dall’accusa di turbativa d’asta o abuso d’ufficio. Lo ha deciso la decima sezione penale del Tribunale, che ha assolto Agostino Riva, ai tempi suo stretto collaboratore. Il processo per turbativa d’asta e per falso riguarda un filone dell’inchiesta milanese su presunti concorsi pilotati per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di medicina dell’Università Statale di Milano. (continua dopo la foto)

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Il ricorso

Così nel pomeriggio di oggi, 16 luglio, lo scienziato Massimo Galli, ex primario dell’ospedale milanese Sacco divenuto famoso a milioni di italiani per quanti giornali e tv lo consultavano nel pieno della pandemia Covid, è stato assolto dal Tribunale di Milano dall’accusa di aver truccato nel 2019-2020, con turbativa d’asta nella veste di presidente della commissione, il concorso per un posto di professore di ruolo di seconda fascia all’Università Statale in malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente nel Dipartimento di scienze biomediche e cliniche dell’ospedale Sacco. Galli è stato invece condannato a un anno e 4 mesi per falso ideologico nell’assegnazione di punteggi che sarebbe avvenuta fuori dalle riunioni collegiali dei tre commissari.

Sul falso l’unica cosa che mi sento di ammettere è di aver dimenticato di correggere un orario“. Così Galli, commentando la condanna a primo grado. Il professore, che ha detto di essere “assolutamente sereno”, ha aggiunto: “Se per chiudere la questione bisognava avere una condanna per qualcosa, evidentemente restava solo la possibilità del falso”. L’infettivologo ha annunciato che presenterà ricorso in appello.