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Strage di Cadore, si mette male per l’avvocato di Angelika Hutter: cos’è successo

Sono morte tre persone a Cadore lo scorso 6 luglio 2023. Una donna di 31 anni tedesca, Angelika Hutter, era alla guida di un’Audi A3 che ha travolto e ucciso a Santo Stefano di Cadore tre componenti di una famiglia veneta: nonna, padre e bimbo di 2 anni. Sono sopravvissuti il nonno e la madre, devastati dalla scena alla quale hanno assistito e ai gravissimi lutti. Il gip ha convalidato il fermo per omicidio stradale plurimo e confermato la custodia cautelare in prigione per la Hutter. Intanto, non se la sta passando bene il suo avvocato, Giuseppe Triolo. Cosa gli sta succedendo? (Continua dopo le foto) 

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Strage di Cadore, insulti all’avvocato di Angelika Hutter

Angelika Hutter ha travolto e ucciso tre persone e per questo verrà punita. Anche lei però, in quanto essere umano, ha diritto ad essere difesa. In molti pensano che per un delitto così atroce, il colpevole debba essere punito severamente senza passare da un tribunale e avere un processo equo. Per questo motivo, molte persone se la prendono con l’avvocato di Angelika, Giuseppe Triolo. “Ci vuole coraggio anche ad essere il suo avvocato”, si legge sui social. “Mettete anche l’avvocato in carcere”, scrive un altro utente. “Ma questi avvocati che difendono l’indifendibile, hanno una coscienza?”, scrive qualcun altro. Questo si legge sulle piattaforme social, insieme a tantissimi altri insulti direttamente rivolti a Triolo. (Continua dopo le foto)

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La solidarietà per Giuseppe Triolo

Il presidente della Camera Penale Montino ha mostrato la sua solidarietà verso l’avvocato, che sta svolgendo il lavoro che gli è stato affidato. “Piena solidarietà del presidente della Camera Penale bellunese all’avvocato Triolo per gli attacchi a lui giunti via social per aver preso la difesa dell’imputata. Ricordo i principi fondamentali del diritto di difesa, anche costituzionalmente garantiti dall’articolo 24. E ricordo che va assicurata una difesa che garantisca i principi del ragionevole giudizio anche nei reati più efferati quando la colpa sembra già acclarata”, ha ricordato il legale, come riporta Virgilio. (Continua dopo le foto)

Il caso di Alessandro Impagnatiello

Era successa la stessa identica cosa con il caso di Alessandro Impagnatiello. Il 30enne aveva confessato di aver ucciso la compagna incinta di 7 mesi. Per quanto grave fosse l’azione compiuta dall’uomo, la legge italiana prevede che l’imputato potesse disporre di un avvocato. Anche in quel caso, molti hanno messo alla gogna il suo avvocato ma anche “chiunque si occupi del processo penale senza invocare feroce e sommaria giustizia per l’autore di questo atroce delitto”, ha sottolineato Montino. “Le offese e le minacce rivolte al suo avvocato ha assunto il mandato di difendere un “personaggio simile” anziché vergognarsene”, ha spiegato l’avvocato.