
La Juventus si ritrova almeno in parte in una delle serate più difficili della stagione, ma non basta per evitare la seconda sconfitta dopo quella di Como. Al Bernabeu, contro un Real Madrid non trascendentale ma pieno di talenti, la squadra di Igor Tudor esce sconfitta per 1-0, pagando a caro prezzo una disattenzione difensiva e le occasioni sprecate sotto porta.
Una Juventus ben quadrata tiene testa al Real Madrid finché può: Bellingham atterra i bianconeri nel big match del Bernabeu.
— Generation Sport (@G3N3RATIONSPORT) October 22, 2025
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Sette partite senza successi, cinque pareggi e due sconfitte: i numeri raccontano di una crisi che nemmeno una buona prestazione riesce ad attenuare del tutto. In Champions, dopo tre giornate, i bianconeri restano fermi a due punti, e in questo momento sarebbero fuori dalle 24 qualificate, mentre i Blancos viaggiano a punteggio pieno.
Tudor si affida al blocco difensivo e chiede sacrificio ai suoi, mentre in avanti schiera Vlahovic al centro dell’attacco con Yildiz alle sue spalle. Dall’altra parte, Xabi Alonso si presenta con un quartetto offensivo da urlo: Brahim Diaz, Bellingham, Arda Güler e Mbappé, sostenuti da una mediana di tecnica e ritmo.
Il Real tiene palla, la Juventus resiste. Il piano del tecnico croato prevede di chiudere gli spazi, intasare l’area e ripartire in velocità. Un’idea che per larghi tratti funziona. Il muro bianconero regge con ordine, guidato da un Di Gregorio in stato di grazia, autore di interventi decisivi su Mbappé e Brahim Diaz.
I Blancos fanno valere il loro palleggio, ma la Juventus resta compatta e concentrata. Nel finale di primo tempo, un guizzo di Cambiaso innesca Vlahovic, che serve Kalulu: tiro potente, ma Courtois respinge di puro istinto. È l’unica vera fiammata di una frazione giocata badando soprattutto a non prendere gol. (continua dopo la foto)

All’inizio della ripresa, un rapido contropiede che trova la difesa spagnola totalmente scoperta (ma sarebbe più corretto dire che in difesa non era rimasto nessuno) potrebbe dare il vantaggio ai bianconeri. Vlahovic parte in campo aperto, una corsa solitaria di 50 metri verso la porta avversaria: il Bernabeu trattiene il fiato, ma Courtois con il piede riesce a deviare la palla in corner e salva i suoi.
Sfumato il vantaggio, la Juventus arretra. Le stelle di Xabi Alonso capiscono che è il momento di colpire: Vinicius inventa una giocata da videogame, colpisce il palo, e sulla carambola Bellingham anticipa tutti e infila Di Gregorio. È il gol che decide la partita, per la gioia del centrocampista inglese che quest’anno punta a riscattare una stagione scorsa non eccezionale.
Tudor a quel punto tenta il tutto per tutto: dentro Conceiçao per aggiungere fantasia, poi David e Openda per sfruttare amnesie e buchi di una difesa spagnola davvero rivedibile. Ma il Real gestisce e sfiora il raddoppio in almeno due occasioni: ancora Di Gregorio tiene viva la Juve, con un doppio intervento da applausi su Mbappé e Brahim Diaz.
Poi è la Juve ad avere un’occasione enorme per il pareggio. David e Openda partono in velocità sfruttando un’altra totale amnesia della difesa del Real, scambiano molto bene fra loro in area, con il canadese di prima che restituisce la palla al compagno.
Ma Openda, dimostrando come questo momento sia difficile per gli attaccanti bianconeri, indugia troppo e permette a un difensore avversario di gettarsi in scivolata e di respingere il tiro. Un’occasione enorme, la migliore avuta dala Juventus, viene sprecata malamente. Peccato.
Juventus, segnali positivi per Tudor
Alla fine i bianconeri escono dal Bernabeu con alcune indicazioni positive e dopo una prestazione che ha risollevato un po’ il morale dell’ambiente. Resta però il fatto che la crisi di risultati non si arresta. Il gruppo ha mostrato unità e spirito di sacrificio, ma la scarsa vena realizzativa resta il problema principale per Tudor.
Le ombre sul futuro del tecnico restano. Tudor è ancora sotto esame. I numeri sono impietosi e la classifica di Champions è un Everest da scalare. Al Bernabeu, la Juventus ha ritrovato se stessa per un’ora ma il futuro, adesso, passerà dall’Olimpico e dalla Lazio dell’ex Mister bianconero Sarri. Curiosamente, l’ultimo allenatore ad avere portato uno scudetto a Torino.
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