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Mancini al Festival di Trento: “Ho sperato di tornare in Nazionale, ma sapevo fosse impossibile”

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Dal palco del Festival dello Sport di Trento, Roberto Mancini è tornato a parlare della sua esperienza in azzurro e delle tensioni con la FIGC. L’ex ct ha ammesso che ci sono state incomprensioni con Gabriele Gravina: “Ci sono state parole e situazioni che sarebbe stato meglio chiarire subito, anche da parte mia. Ho sperato di poter tornare dopo Spalletti, ma sapevo che non era possibile”.

“Fare il ct è il sogno di ogni allenatore”

Mancini ha definito il ruolo di commissario tecnico come l’esperienza più significativa della sua carriera:

“Guidare la Nazionale è ciò che tutti sognano. Abbiamo fatto qualcosa di impensabile. Quando vinci e continui a farlo, scatta una convinzione diversa”.

Retegui, Kean e il tema attaccanti

Parlando di attaccanti, Mancini ha spiegato come nacque la scelta di Mateo Retegui:

“Lo abbiamo osservato, aveva movimenti da vero attaccante. Da lì abbiamo deciso di convocarlo”.
Su Moise Kean:
“Aveva qualità già anni fa. Per me era un attaccante esterno, oggi può fare anche il centravanti”.

L’Inter del Triplete e l’addio anticipato

Mancini ha ricordato l’esperienza all’Inter prima dell’era Mourinho:

“Il merito principale è di Moratti. Se hai giocatori forti, vinci. Stavamo vincendo tanto, ma c’erano problemi interni legati alla condizione di alcuni giocatori. L’addio arrivò per motivazioni diverse, non solo tecniche”.

Il legame con la Sampdoria

Forte il passaggio sulla Sampdoria, club a cui è rimasto legato:

“Quello che abbiamo vinto lì resterà per sempre. Oggi è difficile vedere bandiere, servirebbe prima avere italiani in squadra. Finire la carriera alla Samp è una possibilità reale, è la mia squadra e vederla così fa male”.

Il dolore per Vialli, Mihajlovic ed Eriksson

Parlando delle recenti perdite di Vialli, Mihajlovic ed Eriksson, Mancini ha spiegato:

“Pensi sempre che certe cose non possano accadere. Sembravano immortali. Sono persone che restano con te, sempre. La fede? Non è mai venuta meno”.

Balotelli e i rimpianti

Mancini ha commentato anche la carriera di Mario Balotelli:

“È un ragazzo per bene, ha vinto tanto, ma per le qualità che aveva poteva diventare uno dei migliori attaccanti della sua generazione. Ha fatto una buona carriera, ma poteva fare di più”.

Il futuro: “Mi manca il campo”

Sul possibile ritorno in panchina, Mancini ha concluso:

“Ci sono delle possibilità, ma non prendo decisioni senza un obiettivo chiaro. Mi manca stare in campo, con i giocatori. Subentrare non è semplice, devi trovare subito soluzioni”.

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