
Bastano poche ore d’assenza, un telefono che squilla a vuoto, il vuoto improvviso nei gesti quotidiani. Attorno a questa sensazione di paura e sospensione, una famiglia vive giorni interminabili, immersa in un’attesa che si fa sempre più opprimente. Nessuno avrebbe immaginato che una routine apparentemente normale potesse trasformarsi in un enigma doloroso, capace di scuotere l’intera comunità.
Il tempo scorre lento, ogni istante si gonfia di domande e speranze. L’eco della scomparsa si insinua tra le mura domestiche e si allarga come una macchia d’inchiostro sulle strade della città, coinvolgendo amici, parenti e semplici conoscenti, tutti uniti in una mobilitazione spontanea dove la speranza si intreccia all’angoscia.

Matteo Vendramin scomparso da giorni: apprensione a Conegliano
A Conegliano, in provincia di Treviso, regna preoccupazione per la scomparsa di Matteo Vendramin, 31 anni, di cui non si hanno notizie da tre giorni. Il giovane è uscito di casa alla guida della sua auto e da allora non si hanno più tracce di lui. Le ricerche nel territorio trevigiano continuano incessantemente, con la collaborazione di vigili del fuoco, protezione civile e numerosi volontari, tra cui molti amici di Matteo, che stanno operando con l’ausilio di cani molecolari, droni ed elicotteri per controllare ogni area possibile.
Il suo nome inizia a circolare tra i messaggi e le chiamate, ma per rispetto e discrezione, i dettagli più intimi vengono sussurrati, protetti dalla riservatezza di chi spera ancora in un lieto fine. Da quel momento, la scomparsa diventa un caso, e l’intera comunità si stringe attorno al dolore di chi attende, tra domande senza risposta e la necessità di sentirsi utili.

Le prime ricerche e la mobilitazione della comunità
Non appena l’allarme viene lanciato, la macchina delle ricerche si mette in moto con incredibile rapidità. Soccorsi specializzati, volontari e unità cinofile si riversano sul territorio, scandagliando ogni angolo, ogni sentiero, ogni frammento di speranza. Un elicottero sorvola dall’alto le zone più impervie, mentre a terra cresce la solidarietà: decine di persone affiancano gli operatori, uniti da una sola domanda che rimbalza di bocca in bocca: dove può essere finito?
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