
Per capire davvero quanto valga questa Inter, servirà aspettare le trasferte con Roma e Napoli, due esami che diranno se il nuovo corso targato Chivu può già puntare in alto. Ma una cosa è certa: le novità tattiche introdotte dal tecnico rumeno stanno iniziando a dare frutti. Squadra verticale, feroce, continua, capace di dominare sul piano tecnico e mentale. Dopo cinque vittorie consecutive, San Siro ha ritrovato un’Inter trasformata, più coraggiosa e moderna.
Sabatini: “Ho visto un’Inter che non vedevo da anni. Chivu grande allenatore, guardate una cosa…”https://t.co/Vop91lusgD
— Fcinter1908 (@fcin1908it) October 5, 2025
L’Inter è entrata nel proprio futuro con la velocità con cui ha travolto la Cremonese: prima occasione dopo 28 secondi, primo gol al 6’, poi un dominio che ha lasciato solo le briciole agli avversari. Per una notte, i nerazzurri si sono arrampicati in vetta, in attesa delle sfide che coinvolgeranno Juventus, Milan, Napoli e Roma.
La squadra di Chivu è in crescita costante. Ha vinto cinque partite di fila, nonostante ieri fossero assenti due pezzi da novanta come Thuram e Calhanoglu, e ha ritrovato il contributo dei suoi senatori: Lautaro, Dimarco e Barella tutti a segno.
Ma il nome nuovo della serata è Ange Bonny, protagonista assoluto alla prima da titolare con un gol e tre assist. Il francese, insieme al giovane Pio Esposito, sta dimostrando che la profondità del gruppo – almeno in attacco – è uno dei punti di forza della nuova Inter. (continua dopo la foto)

Dal ko con la Juve, i numeri sono eloquenti: 13 gol segnati e solo 2 subiti, con una solidità difensiva ritrovata anche grazie ad Akanji, ormai titolare fisso, e all’equilibrio portato dalle rotazioni. L’era della “Chivucrazia” sta prendendo forma, con 22 giocatori già impiegati e una gestione lucida che ha reso la squadra più compatta e imprevedibile.
Contro la Cremonese, Chivu ha proposto la versione più intensa del suo calcio: pressing alto, recupero feroce del pallone, costruzione verticale in tre passaggi, con la squadra capace di ribaltare il campo in pochi secondi. Gli avversari di Nicola, pur schierati con due punte e Vazquez, non sono riusciti a reggere il ritmo.
L’Inter, invece, ha mostrato un’identità precisa: gioco rapido, ampiezza sulle fasce, fiducia nei nuovi inserimenti. Lo si è visto con Frattesi (titolare per la prima volta), Luis Henrique (mezz’ora in campo) e lo stesso Bonny, autore di una prestazione che ha illuminato San Siro.
“È un ragazzo fuori dal comune e chi lavora con lui se ne accorge subito”, aveva detto Chivu alla vigilia. E il campo gli ha dato ragione. L’attaccante francese non solo ha segnato, ma ha servito due assist da fuoriclasse e un terzo di grande visione. “Devo ringraziare il mister per la fiducia”, ha spiegato Bonny. “Ma la cosa più importante è che la squadra sta crescendo. Dobbiamo continuare così”.
Negli ultimi vent’anni, solo Daniel Osvaldo era riuscito, all’esordio da titolare, a determinare quattro gol in una partita di Serie A. Ma il debutto di Bonny va oltre la statistica: ha incarnato il nuovo spirito dell’Inter. “Avevamo bisogno di gente come Ange“, ha commentato Barella, confermando che il gruppo crede nel progetto tecnico di Chivu.
La rotazione ampia e la capacità di mantenere lo stesso livello anche con sei undicesimi diversi in campo dimostrano che questa Inter ha trovato un nuovo equilibrio. Il rendimento non dipende più da un solo giocatore o da una coppia d’attacco. (continua dopo la foto)

Certo, non tutto è perfetto: il giovane Diouf, entrato nel finale, ne ha combinate d’ogni in soli 10 minuti e con un’iniziativa poco comprensibile a centrocampo ha provocato il gol dell’ex Bonazzoli. Inoltre, qualche calo di concentrazione resta da limare. Ma la direzione è presa: la squadra è più matura, più intensa e più consapevole.
Dopo la sosta, arriveranno Roma e Napoli, due trasferte in otto giorni che rappresentano un crocevia della stagione. Nel mezzo, anche la trasferta europea contro lo Union Saint-Gilloise. Sarà lì che si capirà se questa Inter può davvero competere per lo scudetto o se il percorso di crescita dovrà ancora consolidarsi.
Per ora, Chivu ha centrato l’obiettivo più difficile: ridare energia, entusiasmo e identità a una squadra che sembrava prigioniera delle proprie abitudini. L’Inter oggi è verticale, feroce e consapevole. E soprattutto, ha ritrovato il piacere di essere se stessa.
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