
Lo scrutinio delle elezioni in Moldavia si avvia alla conclusione, segnando una svolta nei rapporti di forza tra le principali forze politiche del Paese. Dalle rilevazioni più recenti della Commissione Elettorale Centrale, il Partito azione e solidarietà (PAS), guidato dalla presidente Maia Sandu, si posiziona nettamente al primo posto con circa il 50% dei voti.
Seguono il Blocco Patriottico di Igor Dodon, al 28,25%, e il Blocco Alternativo di orientamento pro-europeo con il 9,22%. Altri schieramenti minori, come Il Nostro Partito (6,35%) e Democrazia in Patria (5,72%), completano il panorama elettorale. Sebbene il PAS abbia ottenuto un risultato significativo, non raggiunge la maggioranza assoluta dei 101 seggi parlamentari.

Significato geopolitico del voto
Il voto assume una valenza che supera i confini nazionali. La Moldavia si trova da anni al centro di un bivio strategico tra l’Unione europea e la Federazione Russa. L’esito di queste elezioni non determina solo la composizione del Parlamento, ma anche la futura collocazione internazionale del Paese.
Da una parte, la prospettiva di una maggiore integrazione con l’Europa promette stabilità e sviluppo; dall’altra, persistono le pressioni della Russia, che intende mantenere la propria influenza storica su Chișinău e sull’intera regione.
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