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Sinner fa marcia indietro… ma solo un po’: “Non dobbiamo esagerare, se no mi perdo”

Per battere Carlos Alcaraz non basta più il tennis che l’ha portato ai vertici. Lo ha capito Jannik Sinner dopo aver perso sette degli ultimi otto scontri diretti con lo spagnolo: per colmare quel gap serve qualcosa in più. Il n. 1 italiano lo sta costruendo giorno dopo giorno, inserendo elementi nuovi nel suo gioco. Ma con una consapevolezza: sperimentare sì, stravolgere no.

Dopo il successo in tre set sul francese Atmane, che lo ha portato ai quarti di finale del torneo di Pechino, il campione altoatesino ha parlato apertamente della sua fase di transizione. “Sto cercando di fare cose nuove in campo e su questo sto spendendo abbastanza forza mentale“, ha spiegato Sinner. “Però dobbiamo stare attenti a non fare troppo. Non dobbiamo stravolgere la mia identità, cambiare tutto quello che sono come giocatore”.

La partita con Atmane ha mostrato che il meccanismo è ancora da oliare: due servizi persi a zero e qualche volée sbagliata sono il prezzo della sperimentazione. “In questo momento”, ha proseguito, “sto provando a fare, diciamo, l’80% del mio tennis abituale e un 20% di novità. Secondo me dovrei arrivare al 90-95% di quello che sono io e provare a cambiare solo un 5%, magari all’inizio fare queste cose diverse nei momenti più tranquilli”.

Sinner ha spiegato anche i punti tecnici su cui sta lavorando: “Sto pensando soprattutto alle rotazioni al servizio, oggi ho provato di più la palla corta, il serve and volley. Fa tutto parte del processo, è normale. Penso ancora troppo, è impossibile automatizzare tutto in così poco tempo”. (continua dopo la foto)

Lucido e paziente, l’azzurro vuole integrare senza forzare. “Dobbiamo stare attenti a non perdere quello che sono” ha ribadito, mostrando quanto sia delicato l’equilibrio da mantenere tra i passi verso l’innovazione e la sua profonda identità di tennista.

Nei quarti di finale Sinner troverà ora l’ungherese Marozsan, già affrontato ad Halle più di un anno fa. “Sta giocando bene“, ha detto Jannik, “ho visto le sue partite qui, ha dei picchi molto alti, colpisce forte e ha un gran tocco. È una nuova sfida e non vedo l’ora di affrontarla“.

L’impressione è che Jannik stia costruendo passo dopo passo il piano per colmare il gap con Alcaraz. Un percorso che richiede tempo, pazienza e qualche inevitabile passaggio a vuoto, ma che potrebbe trasformarsi nella chiave per ribaltare l’inerzia che lo vede troppo spesso perdente contro lo spagnolo.

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