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Inter, fra dubbi e mugugni inizia la “rivoluzione silenziosa” di Cristian Chivu

Inter, il mercato non ha scaldato i cuori dei tifosi, delusi dall’assenza di colpi di spessore annunciati e mai realizzati, e da una campagna acquisti giudicata insufficiente a garantire competitività e a dare all’allenatore le varianti tattiche che aveva chiesto. Le critiche piovono anche dagli addetti ai lavori, che vedono una squadra priva di rinforzi all’altezza del suo blasone.

In questo contesto, Cristian Chivu si ritrova con il compito più complesso: restituire competitività a un gruppo scottato dalle ultime delusioni. Una sfida che il tecnico rumeno ha deciso di affrontare con equilibrio, cambiando senza stravolgere. Anche perché dei tre rinforzi che aveva chiesto, a cominciare da Lookman, alla fine non è arrivato nessuno. E non sono arrivati nemmeno giocatori con le caratteristiche desiderate dal tecnico. (continua dopo la foto)

La parola d’ordine è quindi soprattutto una: intensità, fisicità, gioco verticale. Con il supporto di Stefano Rapetti, preparatore già al fianco di Mourinho nell’Inter del Triplete, Chivu ha impostato allenamenti più lunghi, con un focus costante sulla palestra prima del lavoro in campo. Obiettivo: prevenire infortuni e cancellare i cali fisici che hanno segnato la passata stagione.

A livello mentale, invece, c’era una frattura evidente. La squadra è rimasta schiacciata dal peso dei sogni infranto, a causa di un finale di stagione precipitato con la beffa subita dal Napoli in campionato e dalla pesante sconfitta in finale di Champions contro il Psg.

Chivu ha voluto subito mettere mano alla situazione psicologica della squadra, parlando faccia a faccia con i singoli, eliminando gerarchie precostituite e restituendo spazio a motivazioni e meritocrazia. Il tutto dovendo anche affrontare una situazione in spogliatoio non idilliaca, esplosa con le dichiarazioni di Lautaro dopo l’eliminazione al Mondiale per Club.

Inter, Chivu cerca di portare novità tattiche

Sul piano dell’organizzazione, la scelta è stata di proseguire sul solco di Inzaghi, mantenendo il 3-5-2 come base, ma con varianti studiate per sorprendere. Dal doppio trequartista dietro la punta al coraggioso 4-2-4 visto nel finale della sfida contro l’Udinese, l’Inter prova a sfruttare al meglio la qualità offensiva, potendo contare su alternative di peso come Bonny e Pio Esposito.

Il gioco che vorrebbe il tecnico rumeno è più diretto, con pressing alto e verticalizzazioni rapide, sacrificando qualcosa sotto l’aspetto estetico ma guadagnando velocità nell’attaccare la porta. I risultati, per ora, restano altalenanti, ma ogni trasformazione, anche se soft, ha bisogno di tempo. Ma il campionato incalza, la Champions è alle porte e i supporter sono impazienti. (continua dopo la foto)

Chivu ne è convinto: la sua Inter, seppur uscita ridimensionata da un mercato che ha visto le rivali piazzare colpi in grado di ribaltare le gerarchie, ha ancora margini per sorprendere. Ma occorre un deciso cambio di passo e il recupero di giocatori fondamentali come Hakan Calhanoglu.

A Torino, campo tradizionalmente avaro di soddisfazioni quando di fronte ci sono i bianconeri, sarà già tempo di svolte. Una sconfitta, infatti, creerebbe un problema di classifica evidente e minerebbe ulteriormente l’umore dei tifosi e le certezze della squadra. Tocca al Mister trovare le adeguate contromisure, prima che il clima si faccia ancora più pesante.

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