
Tra gli atleti più discussi delle Olimpiadi di Parigi 2024 c’è stata sicuramente Imane Khelif. La pugile algerina, classe 1999, ha conquistato la medaglia d’oro nei pesi welter, ma a far discutere sono state soprattutto le polemiche sorte fin dal primo turno contro l’italiana Angela Carini.
Al centro delle contestazioni i dubbi sulla sua idoneità a gareggiare, dopo le precedenti squalifiche ricevute nel 2023 e nel 2025 per livelli di testosterone giudicati troppo elevati. Nonostante le critiche e le voci su un possibile addio al ring, Khelif ha ribadito in un’intervista alla Gazzetta dello Sport di non voler abbandonare la boxe.
Tra gli atleti più chiacchierati ai Giochi olimpici di Parigi, Imane Khelif non ha alcuna intenzione di abbandonare lo sport che ama, smentendo le voci circolate di recente 👊🇩🇿#HomeOfTheOlympics #Paris2024 #Khelif pic.twitter.com/mkvIICqDVr
— Eurosport IT (@Eurosport_IT) August 28, 2025
“Non ho intenzione di ritirarmi”
“Non ho nessuna intenzione di farlo. La vittoria della medaglia d’oro a Parigi mi ha dato ulteriore carica: ho affrontato molte sfide per raggiungere questo successo, compreso il bullismo, e voglio continuare a combattere per far tacere chi dubita di me. Voglio un’altra medaglia e contribuire a creare più opportunità per le donne nello sport.”
Le difficoltà affrontate
Khelif ha spiegato come le contestazioni non l’abbiano mai distolta dal suo obiettivo:
“Quello che ho affrontato è qualcosa che altri atleti hanno vissuto in passato e che molti affrontano ancora oggi. La mia esperienza dimostra che qualsiasi atleta può diventare una vittima. È stato molto dannoso, ma sono riuscita a restare concentrata e a non farmi influenzare dal clamore.”
“Il mio caso ha cambiato lo sport”
La campionessa algerina rivendica il significato più ampio della sua vicenda:
“Credo che il mio caso abbia fatto luce sulle sfide che le donne affrontano nello sport e sulle ingiustizie dovute alla discriminazione. Restare saldi e aggrapparsi alla verità può portare al successo. Il duro lavoro e la dedizione possono portare giustizia e cambiare lo scenario sportivo in meglio.”
I sacrifici da bambina
Il cammino di Khelif è stato segnato da grandi difficoltà fin dall’infanzia:
“Ogni giorno percorrevo dieci chilometri a piedi per allenarmi e per permettermelo vendevo pane, alluminio e ferro per strada. Lo sport ad alto livello richiede grandi sacrifici anche a livello mentale. Quando pensavo di arrendermi, capivo che era il momento di spingere ancora più forte.”
Lo sguardo verso il futuro
Khelif guarda con fiducia alle prossime Olimpiadi:
“Sono ottimista che l’impatto sarà diverso. La discussione avviata a Parigi renderà le persone più consapevoli e più aperte a comprendere la realtà di ciò che è successo, creando un ambiente sportivo più equo e giusto.”
Con il suo oro e la sua determinazione, la pugile algerina si conferma una delle protagoniste più simboliche e discusse del panorama sportivo mondiale.
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