
La Vuelta 2025 parte domani da Torino e tutti gli occhi sono puntati su Jonas Vingegaard. Con l’assenza di Tadej Pogacar, il danese della Visma-Lease a Bike parte come grande favorito per il successo finale a Madrid il 14 settembre. Secondo al Tour de France, il due volte vincitore della Grande Boucle si presenta al via in condizioni ottimali e con una squadra di prim’ordine pronta a scortarlo nelle 21 tappe della corsa spagnola.
🇪🇸♨️🇪🇸 La Vuelta 25
— Theonetv (@TheOnetv7) August 22, 2025
🟥 Favoriti Maglia Rossa della Vuelta 2025 🟥
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“Mi sento bene, ho fatto tutto quello che dovevo fare per prepararmi”, ha dichiarato Vingegaard collegato via Zoom dal Piemonte. “Ho avuto solo una piccola indisposizione, nulla che mi abbia condizionato. L’obiettivo è uno solo: vincere la Vuelta“.
Accanto al danese ci saranno Sepp Kuss (vincitore dell’edizione 2023), Campenaerts, Kelderman, Jorgenson, Van Baarle, Tulett e Zingle: una formazione costruita per controllare la corsa. “La Vuelta 2023, con tre uomini della Visma sul podio, resterà un orgoglio enorme per il team”, ha ricordato Vingegaard. “Ora voglio partire senza problemi e soprattutto restare davanti fino alla fine“.
Sui principali avversari, il danese cita subito João Almeida e Juan Ayuso, entrambi della UAE Team Emirates: “Hanno un team fortissimo e due carte da giocare, può essere un vantaggio. Il livello è molto alto, mi aspetto anche delle sorprese“.
Vingegaard non nasconde che l’assenza di Pogacar cambia gli equilibri, ma non il suo approccio: “Il Tour è la corsa in cui c’è davvero pressione, non la Vuelta. So che sono il favorito e un po’ di attesa c’è, ma sono contento di essere qui. Avrei preferito che Tadej fosse al via, è sempre stimolante correre contro di lui. In ogni caso abbiamo un piano di gara, ma non lo svelo”.
Vingegaard: “La vera pressione è al Tour”
Sul tema della stanchezza mentale che molti corridori, incluso Pogacar, hanno sollevato, Vingegaard riflette: “Il ciclismo è cambiato: si arriva giovani al massimo livello e si è sempre lontani da casa, tra gare e ritiri. È difficile pensare che i campioni di oggi corrano fino a quarant’anni“.
Reduce dal Tour, il danese non teme cali di rendimento: “Forse sarebbe stato meglio fare un ritiro in quota anziché correre il Tour, ma non cambierei le mie scelte. Spero che le giornate storte siano finite”. Le tappe con un’unica salita finale non lo preoccupano: “Si affrontano in modo diverso rispetto a quelle con più salite, ma la preparazione per un grande giro non cambia”.
In caso di vittoria, Vingegaard centrerebbe un altro obiettivo di carriera: “Significherebbe tantissimo, sarebbe una soddisfazione completa“. Dopo la Vuelta, ha già deciso: niente Mondiale in Ruanda, ma sarà al via dell’Europeo in Francia il 5 ottobre. Il Giro di Lombardia non è nei suoi piani.
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