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Carlo morto in mare, il retroscena dietro la tragedia

Carlo morto in mare, il retroscena dietro la tragedia – Una giornata di vacanza si è trasformata in una tragedia sulla spiaggia di Cavallino-Treporti l’11 agosto 2025. Il piccolo Carlo Panizzo, sei anni, è stato visto entrare in acqua dalla madre, Dana Kalarus, che lo osservava a breve distanza. Dopo pochi istanti la donna ha perso di vista il figlio, dando subito l’allarme ai bagnini e ai presenti. L’intervento dei soccorsi è stato tempestivo, ma nessuno tra i presenti si era accorto di nulla fino a quel momento.

Ricerche e dispiegamento dei soccorsi

Le ricerche sono proseguite per oltre undici ore e hanno coinvolto numerose forze: la Guardia Costiera ha impiegato una motovedetta, due gommoni e pattuglie via terra provenienti da Venezia e Jesolo. Sono stati utilizzati due elicotteri, uno dei Vigili del Fuoco e uno della Polizia di Stato, nonché un mezzo nautico dei Vigili del Fuoco, un elicottero della Guardia di Finanza e il velivolo «Manta» ATR-42, specializzato nei rilievi notturni, proveniente da Pescara. Anche i sommozzatori hanno partecipato alle operazioni di ricerca.

Solidarietà in spiaggia e sviluppi

L’intera spiaggia, affollata di bagnanti, si è mobilitata spontaneamente: molte persone si sono unite, formando una catena umana per perlustrate la zona vicino ai frangiflutti. Nonostante l’impegno collettivo, il bambino non è stato ritrovato nelle prime ore. Le condizioni del mare apparivano tranquille ma, secondo le ricostruzioni, le correnti marine hanno creato vortici pericolosi tra le rocce, rivelatisi fatali per un bambino così piccolo.

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