
Jonathan Milan nasce il 1º ottobre 2000 a Tolmezzo, in Friuli Venezia Giulia, ma cresce a Buja, un piccolo comune in provincia di Udine. Figlio d’arte (il padre Flavio è stato ciclista professionista), è attratto inizialmente da discipline diverse, ma è il ciclismo a catturare definitivamente il suo interesse.
Gli inizi di carriera
I primi anni della sua carriera giovanile si svolgono nelle file del Club Ciclistico Bujese. Alto 1 metro e 94 e con una massa muscolare imponente, Milan si distingue nelle gare di sprint e nelle prove contro il tempo.
Già nelle categorie Juniores, Milan si mette in luce sia su strada che su pista, ma è soprattutto in quest’ultima disciplina che emerge con decisione. Entra a far parte del team nazionale giovanile, dove si fa notare dal CT Marco Villa, che intuisce il suo potenziale come inseguitore e passista. A soli 18 anni, Jonathan vince i suoi primi titoli nazionali su pista, confermando la sua predisposizione per le gare contro il cronometro. La sua formazione è metodica e centrata sullo sviluppo della potenza esplosiva e della resistenza anaerobica, caratteristiche essenziali per un ciclista della sua tipologia. La sua crescita fisica si accompagna a una maturazione mentale importante.
Il passaggio alle categorie Under 23 e poi al professionismo è il frutto di una progressione costante. Dopo aver corso per il Cycling Team Friuli, team italiano specializzato nella formazione di giovani talenti, Jonathan approda alla Trek-Segafredo (poi diventata Lidl-Trek) nel 2021, entrando così nel circuito WorldTour. Questo salto rappresenta l’inizio di una nuova fase per Milan, che si misurara con i più forti del mondo, sia su pista che su strada. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Campione in pista e su strada
Jonathan Milan è uno dei pochi ciclisti italiani contemporanei capaci di eccellere in entrambe le specialità: pista e strada. Il 2021 rappresenta l’anno della sua definitiva esplosione, grazie alla medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Tokyo nell’inseguimento a squadre, insieme a Simone Consonni, Francesco Lamon e Filippo Ganna. L’impresa, storica per il ciclismo italiano, non solo riporta l’Italia sul gradino più alto dopo decenni di attesa, ma certifica anche Milan come una delle colonne portanti della nazionale. In quella finale, disputata contro la Danimarca, il quartetto azzurro stabilisce il nuovo record del mondo con un tempo strepitoso: 3’42”032. Milan si conferma pedina fondamentale per la potenza che riesce a sprigionare nei cambi. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Parallelamente alla pista, Jonathan si mette in evidenza anche su strada. Le sue caratteristiche lo rendono un velocista atipico: pur essendo esplosivo, riesce a resistere più di altri su percorsi mossi e nelle tappe lunghe. Il 2022 lo vede protagonista in corse minori, ma è nel Giro d’Italia 2023 che esplode definitivamente. Milan vince la seconda tappa in volata e conquista la maglia ciclamino, che manterrà fino a Roma. I suoi sprint sono potenti, puliti, spesso senza concorrenza. La sua capacità di posizionamento negli ultimi 500 metri migliora sensibilmente, e la squadra inizia a costruire treni dedicati al suo lancio. Alla fine del Giro, Milan si piazza sul podio in numerose tappe e chiude come miglior velocista della corsa rosa, a soli 22 anni.
Nel 2024 Jonathan Milan ha vinto tre tappe al Giro d’Italia, conquistando per il secondo anno consecutivo la maglia ciclamino della classifica a punti. Alle Olimpiadi di Parigi ha ottenuto la medaglia di bronzo nell’inseguimento a squadre con Consonni, Ganna e Lamon. Ai Mondiali su pista di Ballerup ha vinto l’oro nell’inseguimento individuale, battendo in finale Josh Charlton e stabilendo il record del mondo con un tempo di 3’59”153 (media: 60,212 km/h).
Nel 2025 ha riportato l’Italia al successo al Tour de France dopo 116 tappe, imponendosi in volata nell’8ª tappa a Laval. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Prospettive per il futuro
Con meno di 25 anni, Jonathan Milan è già una delle figure più rappresentative del ciclismo italiano. In un’epoca in cui l’Italia ha faticato a produrre nuovi campioni dopo l’era di Vincenzo Nibali, Ivan Basso e Filippo Pozzato, Milan rappresenta una ventata d’aria fresca. Il suo successo è il risultato di un progetto tecnico coerente: dalla pista come palestra di formazione, alla strada come vetrina internazionale, fino a un team WorldTour che ha investito su di lui con pazienza e fiducia.
Nel contesto attuale, Milan è chiamato a un compito non facile: quello di guidare una nuova generazione di ciclisti italiani. Il suo nome è spesso accostato a quello di Filippo Ganna, altro colosso della pista e della cronometro, ma i due hanno stili diversi e complementari. Mentre Ganna è uno specialista assoluto del tempo e delle gare lunghe, Milan unisce velocità pura e resistenza, con margini di crescita ancora importanti.
Nei prossimi anni, l’obiettivo sarà ampliare ulteriormente il suo palmarès su strada, puntando alle grandi classiche per velocisti e a tappe nei grandi giri. La Milano-Sanremo, ad esempio, è una corsa che potrebbe calzargli a pennello in futuro, se dovesse riuscire a tenere le salite brevi e ad arrivare in volata con il gruppo dei migliori.
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