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Sport in lutto, addio a una vera leggenda

È scomparsa una vera leggenda dello sport italiano, riconosciuto dagli esperti come simbolo di tenacia e umiltà. Fu uno sportivo capace di inserirsi tra i grandi protagonisti del Tour del 1949, dimostrando il valore del gregario e la determinazione di chi accetta la sfida anche senza essere favorito. L’annuncio della sua morte è stato dato dall’attuale sindaco di Melun, Kadir Mebarek, che lo ha ricordato come “ciclista leggendario, ex sindaco visionario, uomo giusto e profondamente umano”. Le sue parole hanno trovato eco nel mondo del ciclismo, suscitando cordoglio fra gli sportivi e gli appassionati.

È morto Jacques Marinelli: l’ultimo testimone della maglia gialla del dopoguerra

Jacques Marinelli, l’ex ciclista che nel 1949 fu protagonista al Tour de France indossando per tre tappe la maglia gialla, è deceduto il 3 luglio all’età di 99 anni. Marinelli era l’ultimo corridore ancora in vita ad aver indossato il simbolo del primato nel dopoguerra, diventando un riferimento storico per gli appassionati di ciclismo.

Nonostante la sua modestia, il suo nome è rimasto legato a una delle edizioni più significative della corsa francese. Marinelli, nato in Francia da famiglia di origini italiane, ha attraversato un’epoca fatta di corse faticose, salite impegnative e pubblico numeroso. Ogni estate seguiva ancora il Tour de France, mantenendo viva la memoria di quei giorni in cui fu protagonista.

Tre giorni in maglia gialla al Tour de France

Nel 1949, Marinelli si distinse al Tour de France restando leader della classifica generale per tre tappe. In quell’edizione, si confrontò con grandi campioni come Fausto Coppi e Gino Bartali, concludendo la corsa al terzo posto. Il suo stile di gara, caratterizzato da determinazione e coraggio, gli valse il soprannome di “perruche”.

La carriera di Marinelli fu breve ma significativa: sei partecipazioni al Tour dal 1948 al 1954, una presenza al Giro d’Italia nel 1951 (71° posto) e due partecipazioni alla Milano-Sanremo con un miglior piazzamento al 37° posto. La sua figura rimane legata alla storia del ciclismo francese e internazionale.

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