
Dimenticate i parametri zero e i colpi di genio a saldo. L’Inter ha imboccato una nuova strada, e questa volta la direzione è chiara: investire subito e tanto, senza attendere prima di vendere. Dopo stagioni segnate da una gestione economica estremamente attenta e da sessioni di mercato in cui uscite ed entrate dovevano pareggiarsi (o andare in attivo), i nerazzurri cambiano pelle.
GdS – La probabile dell’#Inter per gli ottavi del mondiale per club contro il Fluminense: DeVrij in vantaggio su Acerbi come centrale, a sinistra più CarlosAugusto di Dimarco, Thuram rientra ma dalla panchina, in attacco dal 1’ ci sarà Seba Esposito.
— Amala (@AmalaTV_) June 30, 2025
Per il resto solo conferme. pic.twitter.com/45RhGhrLxF
Con l’arrivo del fondo californiano Oaktree, la filosofia si è evoluta: ora si compra, si pianifica, si anticipa la concorrenza. E soprattutto, si torna a investire cifre da grande club. Un cambio di rotta importante: il club ha già speso circa 70 milioni di euro e ne ha altri 30 pronti per completare l’opera.
La soglia dei 100 milioni non è più un’utopia, ma un obiettivo che verrà raggiunto o di molto avvicinato. E per una società che negli ultimi anni aveva fatto dell’equilibrio finanziario il suo mantra, è una piccola, grande rivoluzione. Il percorso è cominciato in anticipo. Già a gennaio l’Inter aveva piazzato un colpo pesante in prospettiva, acquistando Petar Sucic con un’operazione da 14 milioni che aveva battuto la concorrenza anche della Juventus. (continua dopo la foto)

Il centrocampista croato ha già dato buoni segnali nel mondiale per Club americano, risultando uno dei più brillanti nelle prime tre partite. Poi è arrivato Luis Henrique, esterno offensivo brasiliano pagato 23 milioni, ancora in fase di ambientamento ma considerato un profilo di grande prospettiva. A seguire, il riscatto di Nicola Zalewski per 6,5 milioni, un innesto utile per la sua duttilità.
infine, il nome più caldo delle ultime settimane: Ange-Yoan Bonny, attaccante francese classe 2003 prelevato dal Parma per 24 milioni, bonus inclusi. Bonny è ormai un giocatore dell’Inter, il club spera di aggregarlo subito al gruppo negli Stati Uniti, dove la squadra ha già attraversato la West Coast, da Seattle fino a Charlotte, per gli ottavi di finale.
Ma il vero nodo adesso riguarda la difesa. Giovanni Leoni, centrale del Parma classe 2006, è l’obiettivo dichiarato per completare il quadro. Un profilo giovane, talentuoso, cresciuto sotto gli occhi di Cristian Chivu e già osservato da diversi club europei. In casa nerazzurra è diventato la priorità per rinfrescare un reparto che inizia a sentire il peso degli anni.
La trattativa con il Parma è complessa: il club emiliano non ha fretta di vendere e sa bene che il valore del ragazzo potrebbe esplodere nei prossimi mesi. Per questo l’Inter valuta anche l’ipotesi di lasciarlo in prestito al Tardini per un’altra stagione, in modo da contenere i costi ed evitare una possibile asta.
C’è un tesoretto da circa 30 milioni messo da parte per questo colpo, che potrebbe chiudere il cerchio di una sessione di mercato improntata su gioventù, investimenti e futuro. Sommando le cifre già impegnate a quelle ipotetiche per Leoni, il totale arriva proprio lì: 100 milioni, un numero simbolico ma rivelatore. (continua dopo la foto)

È evidente che arriverà il tempo delle cessioni: è fisiologico, e serve anche per bilanciare gli sforzi e per acquisire altre risorse da investire per gli eventuali sostituti. Il nome più chiacchierato resta Calhanoglu, alle prese con un corteggiamento insistente dal Galatasaray. Ma l’Inter ascolta anche offerte per Yann Bisseck, valutato tra i 30 e i 40 milioni, e per Aleksandar Stankovic, vicino al Bruges per una cifra attorno ai 10 milioni.
La differenza, però, è che stavolta si acquista, si programma, si anticipano i tempi. E si punta sui giovani. L’italianità e la freschezza diventano parole chiave, e se da un lato non si perde di vista la sostenibilità economica, dall’altro non si ha più paura di mettere sul tavolo cifre importanti. L’Inter dei prossimi anni nasce oggi, guidata da una dirigenza ambiziosa e lungimirante.
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