
Milan, non più una squadra da transizione, ma un gruppo che sappia gestire il possesso, dettare i tempi e tenere il campo con autorità. È questa la visione che sta emergendo dalle parole di Igli Tare e dall’impronta che Massimiliano Allegri si prepara a dare al Milan. La stagione 2024-25 segna quindi un cambio di paradigma rispetto al passato recente. Un progetto tattico più strutturato, ragionato, e competitivo a lungo termine.
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— Milan News 24 (@Milannews24_com) June 29, 2025
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👀Il parere di Novellino
Quando Tare ha parlato di un Milan compatto, dominante e dal grande palleggio, è sembrato un controcanto lucido alle promesse di Paulo Fonseca, che un anno fa proponeva un calcio coraggioso e offensivo. Ma senza interpreti adeguati, quell’identità non ha mai preso davvero forma.
Oggi, invece, il club parte da una base più pragmatica: 4-3-3 come assetto principale, una mediana folta e tecnica e l’ambizione di controllare il gioco più che inseguirlo. Il primo rinforzo, seppur ancora non ufficializzato, è Luka Modric, simbolo perfetto dell’eleganza al servizio della squadra.
Non sarà l’unico. Il centrocampo è il reparto dove si interverrà con più decisione. Piacciono nomi come Xhaka, Jashari e Javi Guerra, ma le priorità sono definite: servono piedi educati per sopperire alla partenza di Reijnders, uno dei pochi in rosa capaci di dare ordine e qualità alla manovra. (continua dopo la foto)

La scomparsa del trequartista puro, con Pulisic destinato a svariare ma non più a occupare stabilmente la zona centrale, conferma il cambio di rotta. Sarà fondamentale il ruolo del regista basso, punto di equilibrio in un sistema che punta a essere solido in fase di non possesso e fluido in quella offensiva.
Se sugli esterni la coppia Leao-Pulisic resta intoccabile, è al centro dell’attacco che il Milan cerca ancora la quadra. Gimenez, arrivato con grandi attese, non ha convinto. Per questo, nelle intenzioni del nuovo corso, accanto a lui dovrà arrivare un altro tipo di centravanti, più d’area, con caratteristiche alla Giroud: meno movimento, più sostanza e presenza nel cuore del gioco offensivo.
Un riferimento stabile insomma, capace di legare il gioco e finalizzare, facilitando anche l’assistenza degli esterni. È questo il Milan che sta prendendo forma: meno anarchico, più equilibrato, meno basato sulle intuizioni dei singoli, più costruito per reggere il peso delle partite che contano. Ma per trasformare questa idea in realtà, serviranno acquisti mirati e subito pronti. Perché di tempo per sperimentare, ce n’è sempre meno.
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