
Dopo la clamorosa disfatta contro la Norvegia e l’annuncio dell’esonero di Luciano Spalletti, l’Italia rialza la testa battendo 2-0 la Moldavia al Mapei Stadium nel secondo match delle qualificazioni ai Mondiali 2026. Una vittoria che vale i primi tre punti nel gruppo I, ma che arriva al termine di una gara tutt’altro che brillante e chiude l’avventura del tecnico toscano alla guida della Nazionale con un misto di amarezza e rimpianti.
⏱️ 𝐑𝐈𝐒𝐔𝐋𝐓𝐀𝐓𝐎 𝐅𝐈𝐍𝐀𝐋𝐄
— Nazionale Italiana ⭐️⭐️⭐️⭐️ (@Azzurri) June 9, 2025
🇮🇹🇲🇩 #ItaliaMoldova 2️⃣-0️⃣
41’ #Raspadori; 50’ #Cambiaso#Nazionale #Azzurri #VivoAzzurro pic.twitter.com/VR3dONvmGd
Raspadori sblocca un primo tempo sottotono
Nel giorno dell’addio di Spalletti, l’Italia si presenta con un 3-5-2 inedito: Ricci in regia, Tonali e Frattesi mezzali, Raspadori e Retegui davanti. La Moldavia però difende con ordine e riparte in contropiede, sfiorando il vantaggio con Nicolaescu (gol annullato per fuorigioco) e rendendosi più volte pericolosa su corner.
Gli Azzurri costruiscono poco, anche se Ranieri colpisce una traversa e Retegui fallisce due buone occasioni. Al 40’ arriva il gol che rompe l’equilibrio: dopo un’azione insistita e una respinta corta della difesa moldava, Raspadori piazza il destro vincente che vale l’1-0.

Cambiaso chiude i conti, ma non basta a convincere
Nella ripresa Spalletti inserisce Orsolini e Barella, e proprio da una giocata del primo nasce il raddoppio: Cambiaso, ben appostato in area, raccoglie un pallone vagante e firma il 2-0 al 50’. La rete sembra spegnere le velleità della Moldavia e l’Italia prende fiducia, senza però riuscire ad aumentare il bottino.
Frattesi e Tonali ci provano da fuori, Orsolini viene fermato da Avram, ma manca precisione negli ultimi metri. Nel finale trovano spazio anche Lucca, Maldini e Coppola, ma il punteggio non cambia. Gli Azzurri chiudono il match in controllo, con Donnarumma bravo su Motpan, e portano a casa tre punti vitali.
Fine dell’era Spalletti: resta il vuoto
Il 2-0 contro un avversario modesto come la Moldavia non cancella le fragilità mostrate dalla Nazionale nelle ultime uscite. Spalletti saluta con una vittoria, ma con tanti dubbi irrisolti e un’eredità da ricostruire. La strada verso il Mondiale 2026 resta in salita e il nuovo commissario tecnico dovrà ripartire dalle poche certezze emerse e da una classifica che non consente passi falsi.
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