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Valentino Rossi, Sepang e i primi quarant’anni del Dottore

Valentino Rossi, Sepang e i primi quarant’anni del Dottore

Il 16 febbraio 1979, a Urbino, nasceva una leggenda. E tra poche settimane, subito dopo San Valentino, saremo tutti insieme a festeggiare un importante compleanno: i 40 anni di Valentino Rossi, campione di motociclismo che ha saputo superare i confini italiani fino a diventare un simbolo dello sport che ama. E che ancora lo diverte. “Ha una grande passione, e si diverte”, ha detto recentemente il suo preparatore atletico, Carlo Casabianca, svelando il segreto del Dottore (come lo chiamano da sempre i suoi fan) e avvisando tutti: “I 40 anni di Rossi non sono un limite”.

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Gli auguri del motomondiale

D’accordo con lui anche Mick Doohan, che si ritirò prima dell’esordio di Rossi in 500: “Non sono tanti gli sportivi che si rivelano così al top a quell’età”. Ma è solo uno dei ‘colleghi’ su questa lunghezza d’onda… “Non credo ci siano limiti di età per correre. Io penso che se continua a divertirsi e non ha infortuni, non ha senso che smetta”, son state le parole dell’ex Casey Stoner sul sito motogp.com, dove anche Giacomo Agostini ha detto la sua sulla possibilità di ritiro di Vale: “Sarà solo una sua decisione. Lui ama tutto delle gare, ama le moto, l’atmosfera”. Ma quell’ultima corsa non sembra essere vicina, visto che l’ultimo contratto firmato con la Yamaha lo costringerà a correre fino al 2020.

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Pronto per la ventiquattresima stagione

Si spera senza smettere di essere competitivo, come ha dimostrato nell’ultima stagione – senza vittorie, ma che ha concluso al terzo posto – e nella sua intera carriera. E magari riuscendo a realizzare il Grande Sogno del decimo Mondiale, dopo averne vinti nove in 4 classi differenti (l’unico in tutta la storia del Motomondiale). La sfida che ha accettato l’anno scorso, e che condivide con la Yamaha. Insieme li ritroveremo a Sepang, per i test del 6, 7 e 8 febbraio che – come dice lui – “permetteranno di capire il livello che potremo avere per l’intera stagione”, e che anticiperanno il suo compleanno di pochi giorni.

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“Io credo che gli altri siano più avanti, e serva tanto lavoro – ha confessato Rossi alla Gazzetta, in una intervista divenuta subito virale. – Vedremo se la Yamaha si adeguerà, ma mi pare di avere gli stessi limiti di prima in accelerazione”. In compenso voglia e stimoli a lui non mancano, semmai “bisogna vedere quanta voglia ha davvero la Yamaha di investire e vincere”, come disse in Austria. Il 10 marzo prossimo, in Qatar, scopriremo in che direzione tirerà il vento… E se potremo tornare a esultare con (e per) quello che Massimo Brizzi definisce “il Peter Pan del Motomondiale”.

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Il futuro di Vale

Lo hanno chiamato Rossifumi, Valentinik, il poeta, il 46, lo Squalo bianco, l’ultimo degli Yamahicani, Zio, ma per qualcuno sarà sempre e solo Vale: suo padre Graziano. Che sulla rosea sembra aspettare un nipotino (o nipotina) ancor più del decimo titolo del figlio. Nel frattempo il Signor Rossi più famoso e ricercato d’Italia degli eredi li ha già cresciuti, nella sua Riders Academy, vivaio grazie al quale sono emersi i talenti di Franco Morbidelli e Pecco Bagnaia. Il primo è stato Rookie of the year nel 2018, il secondo esordirà quest’anno in MotoGP sulla Ducati Pramac: saranno un aiuto in più, uno stimolo a superarsi… o nuovi avversari?

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