Il Napoli è la squadra del Sud Italia che ha vinto più titoli e dunque la più rappresentativa. In particolare, tra gli anni ’80 e i ’90 la squadra partenopea ha vissuto il periodo di massimo splendore, riuscendo a rilanciare l’immagine e le speranze di una popolazione intera. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
La storia del Napoli comprende periodi e cicli diversi tra di loro. Dalla fondazione del club nel 1926 fino ai giorni nostri, passando per il periodo d’oro tra gli anni ’80 e ’90 e lo sprofondo nelle serie minori. Quella partenopea è una storia intensa, sia nell’ascesa che nella discesa. Ciò che sicuramente rimane però è una squadra – quella azzurra – che ancora oggi è la più rappresentativa del Sud Italia e ne incarna la dimensione passionale. Per tracciare un linea di quello che è stato il corso delle ere del club ecco un elenco dettagliato di tutti i presidenti della storia del Napoli.
Giorgio Ascarelli (1926-27)
Giovane industriale napoletano e presidente dell’Internaples, Giorgio Ascarelli è stato il primo presidente della storia del Napoli. Il 25 agosto 1926 l’assemblea dei soci dell’Internaples cambiò il nome della società in Associazione Calcio Napoli. Le motivazioni del cambio di nome sono da ricercare probabilmente nell’ostilità del regime fascista alla conservazione di termini stranieri. Grazie al primo posto conquistato nel Campionato Campano, il Napoli partecipa nella stagione 1926-27 alla Divisione Nazionale.
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Gustavo Zinzaro (1927-28)
Gustavo Zinzaro è il secondo presidente della storia del Napoli. Nella stagione 1927-28 il Napoli partecipa ancora al campionato di divisione nazionale girone A.
Giovanni Maresca (1928-29)
l’On. Giovanni Maresca di Serracapriola è il terzo presidente e in gioventù è stato anche un apprezzato calciatore del Naples e dell’U.S. Internazionale. Nel 1928-29 il Napoli chiude la stagione all’ottavo posto, con una stagione straordinaria da parte del bomber Attila Sallustro (22 reti).
Giorgio Ascarelli (1929-30)
In questa stagione cambia la formula del campionato italiano, che passa a un girone unico formato da 18 squadre (la futura Serie A). L’acquisto di Antonio Vojak dalla Juventus e l’ingaggio dell’allenatore inglese William Garbutt contribuiscono a fare effettuare il salto di qualità alla squadra partenopea, che per la prima volta nella sua storia non lotta per la retrocessione e conclude il campionato al quinto posto.
Oreste Sallustro, l’allenatore William Garbutt e Attila Sallustro prima di una partita del Napoli pic.twitter.com/OoYuMzW2L7
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Giovanni Maresca (1930-31)
Giovanni Maresca si distingue nella stagione 1930-31 per l’acquisto per la cifra da capogiro di 250mila lire del terzino Colombari. L’annata però non è delle migliori, anche a causa di alcuni litigi all’interno dello spogliatoio tra mister Garbutt e alcuni giocatori.
Vincenzo Savarese (1932-36)
L’ing. Vincenzo Savarese è stato presidente del Napoli dal 1932 al 1936. Sotto la sua gestione è sicuramente da sottolineare il terzo posto conquistato al termine della stagione 1933-34, valso ai partenopei la qualificazione alla prima competizione europea della loro storia: la Coppa Europa. Gli azzurri non riescono però a superare il primo turno e vengono eliminati dall’Admira Wien.
Achille Lauro (1936-40)
Nel marzo del 1936, Achille Lauro completa la sua scalata all’interno delle gerarchie della società e diventa presidente del Napoli. Con il suo avvento i debiti del club vengono in parte ripianati dall’armatore e in parte da alcune cessioni strategiche come quella di Busoni. Nella stagione di transizione il club partenopeo evita per un soffio la retrocessione. La stagione successiva – quella del 1937-38 – termina con un anonimo decimo posto. Nel 1938-39 il Napoli si risolleva rimediando un buon quinto posto, grazie anche ad innesti importanti come Romagnoli, l’olimpionico Negro e Bruno Gramaglia. Nel campionato successivo viene sfiorata la retrocessione, ma il clima in città era pesante soprattutto per l’imminente entrata in guerra dell’Italia fascista.
Tommaso Leonetti (1940-41)
La stagione 1940-41 vede la transizione a livello di proprietà dalle mani di Gaetano Del Pezzo (commissario) a quelle di Tommaso Leonetti. Da segnalare le cessioni di N.Rocco e Italo Romagnoli e gli acquisti del difensore Milano e degli attaccanti Busani e Barrera. La stagione del Napoli si conclude all’ottavo posto con 30 punti.
Luigi Piscitelli (1941-43)
Nella stagione 1941-42 il Napoli di Luigi Piscitelli e allenato da Vojak raccoglie solo 23 punti, precipitando così in serie B insieme al Modena. E’ anche l’annata in cui lo stadio “Partenopeo” viene bombardato, costringendo gli azzurri a giocare nuovamente nel campo del Vomero.
Vincenzo Savarese (1945-46)
Il calcio è stata una delle prime attività a riprendere a Napoli, città profondamente colpita dalla seconda guerra mondiale. Questa stagione vede la seconda (e ultima) parentesi da presidente di Vincenzo Savarese. Capocannoniere della stagione Barbieri con 15 reti.
Pasquale Russo (1946-48)
Sotto la presidenza di Pasquale Russo il Napoli ritorna a giocare al Vomero, rinominato “Stadio della Liberazione”. Gli azzurri partecipano al campionato di Serie A, chiudendo all’ottavo posto con 37 punti. Nella stagione successiva però il Napoli ritorna in Serie B, retrocesso all’ultimo posto per illecito sportivo. In occasione di un match contro il Bologna infatti, alcuni dirigenti partenopei avevano corrotto i bolognesi per una facile vittoria azzurra.
Egidio Musollino (1948-51)
Il Napoli affronta nuovamente una stagione di Serie B sotto la presidenza di Egidio Musollino. Con Felice Placido Borel in panchina fallisce la promozione in Serie A al primo tentativo (quinto posto). Il tecnico è stato rimpiazzato – senza successo – prima da De Manes poi da Mosele. La stagione suggessiva Musollino si affida al tecnico Eraldo Monzeglio, allenatore di grande carisma, e risultati gli danno ragione: primo posto e promozione in A. Al ritorno nel massimo campionato gli azzurri non sfigurano e rimediano un buon sesto posto.
Alfonso Cuomo (1951-52)
Prima della stagione 1951-52 muore Musollino e per questo motivo alla presidenza della società arriva Alfonso Cuomo. Il Napoli ottiene un sesto posto finale frutto di 42 punti e di 64 reti messe a segno.
Achille Lauro (1952-54)
Achille Lauro torna al comando della società in qualità di presidente onorario. Al suo ritorno decide di effettuare investimenti importanti, come l’arrivo del fuoriclasse svedese Hasse Jeppson pagato la cifra record di 105 milioni complessivi. Con Monzeglio allenatore, il Napoli chiude il campionato al quarto posto con 41 punti e al quinto posto la stagione successiva.
Alfonso Cuomo (1954-63)
Sotto la presidenza di Alfonso Cuomo il Napoli vive una prima metà non esaltante. La stagione 1957-58 vede un svolta grazie all’arrivo di Bertucco, Di Giacomo, Novelli e Mistone. La squadra conclude il campionato al quarto posto con 40 punti, salvo poi non riuscire a replicare il rendimento nelle stagioni successive. La stagione 1960-61 sancisce il ritorno del Napoli in Serie B. La stagione successiva regala però al club partenopeo il suo primo trofeo della storia: il 21 giugno 1962 gli azzurri vincono la Coppa Italia battendo in finale la SPAL.
Luigi Scuotto (1963-64)
La stagione 1963-64, sotto la presidenza di Luigi Scuotto, vede il Napoli militare in Serie B in forti difficoltà finanziarie. Gli azzurri concludono il campionato cadetto all’ottavo posto.
Roberto Fiore (1964-67)
Nel 1964, l’Associazione Calcio Napoli, fortemente indebitata, venne rilevata dalla Società Sportiva Calcio Napoli, con Roberto Fiore nuovo presidente. Dopo due stagioni in Serie B, i partenopei tornano in A nel 1965 e l’anno successivo vincono il loro secondo trofeo: la Coppa delle Alpi.
Gioacchino Lauro (1967-68)
Con Gioacchino Lauro presidente e gli acquisti di top player come Dino Zoff, Barison, Pogliana e Bosdaves il Napoli va vicino per la prima volta alla vittoria dello Scudetto. I partenopei concludono il campionato secondi in classifica, costretti ad arrendersi al Milan campione d’Italia.
#Napoli Gioacchino, quel figlio troppo generoso per i gusti del «Comandante» Lauro https://t.co/ZPtn4Lyy2O pic.twitter.com/Ta3bsQxH0A
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Antonio Corcione (1968-69)
In preda a una crisi finanziaria, Gioacchino Lauro, passa in consegna una società piena di debiti ad Antonio Corcione, che dopo poco muore.
Corrado Ferlaino (1969-71)
Corrado Ferlaino irrompe dopo la morte di Corcione e diventa presidente del Napoli liquidando tutti i vecchi soci. Nella stagione 1970-71 i partenopei effettuano una buona campagna acquisti, assicurandosi Ghio, Sormani e Ripari. Terzo posto con 39 punti il risultato finale.
🎂 | Tanti auguri a Corrado Ferlaino per i suoi 90 anni!
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Ettore Sacchi (1971-72)
Ferlaino – a causa di alcune difficoltà societarie – lascia la presidenza per diversi mesi ad Ettore Sacchi. Il Napoli indebolito dalle partenze di Bianchi, Ghio, Hamrim e Abbondanza, conclude il campionato all’ottavo posto.
Corrado Ferlaino (1972-93)
Con Corrado Ferlaino nuovamente presidente, gli azzurri sfiorano per la seconda volta nella loro storio la vittoria dello Scudetto, nella stagione 1974-75. Nella stagione 1975/76, gli azzurri non riescono a migliorare il secondo posto del campionato precedente, ma vincono la seconda Coppa Italia battendo in finale il Verona per 4-0. La stagione successiva regala agli azzurri la Coppa di Lega Iitalo-Inglese, grazie alla vittoria in finale contro Southampton.
La vera svolta per la storia del Napoli arriva però nel 1984, quando Ferlaino sborsa 15 miliardi di lire per acquistare dal Barcellona il fenomeno argentino Diego Armando Maradona. Presentato il 5 luglio in un San Paolo gremito, la prima stagione di Maradona a Napoli si chiude solamente con un ottavo posto in campionato.
Nell’estate successiva, la squadra viene rinforzata e arrivano Bruno Giordano, Salvatore Bagni, Claudio Garella, Alessandro Renica e l’allenatore Ottavio Bianchi. Risultato: terzo posto, alle spalle di Juve e Roma. Nel 1989, i partenopei si aggiudicano la prima Coppa UEFA della loro storia, battendo in finale lo Stoccarda.
Nella stagione 1989/90 Ottavio Bianchi viene sostituito in panchina da Alberto Bigon. A tre giornate dalla fine gli azzurri sfruttando la sconfitta del Milan a Verona per 2-1, vincono il secondo scudetto della loro storia.
La stagione successiva si apre con la vittoria della Supercoppa Italiana contro la Juventus. Il ciclo si chiude il 17 marzo 1991, quando Maradona risulta positivo alla cocaina e lascia il Napoli, che chiude la stagione al settimo posto.
Ellenio F. Gallo (1993-95)
Ferlaino viene coinvolto nello scandalo di tangentopoli e il Napoli – con un debito di oltre 100 miliardi – passa temporaneamente nelle mani di Ellenio Gallo. Nella stagione 1994-95 il Napoli chiude il campionato al settimo posto.
Schiano di Colella – Innocenti – Scalingi (1995-2000)
Nel decennio successivo al periodo d’oro di Ferlaino, il Napoli non lotta mai per lo scudetto e si abbandona al tracollo, culminato con la retrocessione in Serie B nella stagione 1997/98 dopo 33 anni. Due stagioni più tardi, il club partenopeo torna nella massima serie, ma dura solo un anno.
Giorgio Corbelli (2000-2002)
Giorgio Corbelli assicura buoni risultati al suo ingresso in società, ma le promesse non vengono mantenuti e gli azzurri retrocedono nuovamente in Serie B. L’annata successiva fa sperare fino all’ultimo il Napoli, che però non riesce a centrare la promozione.
Crac Finarte, in carcere l'ex presidente del Napoli Giorgio Corbelli – https://t.co/Sa8SgJ8xyE pic.twitter.com/sgzE01Qios
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Salvatore Naldi (2002-2004)
Divenuto nuovo presidente, Salvatore Naldi ingaggia Colomba come allenatore e il Napoli termina il campionato di Serie B al quindicesimo posto. La crisi finanziaria nel frattempo procede fino a toccare il suo apice nell’estate del 2004, quando il Napoli dichiara fallimento e la conseguente perdita del titolo sportivo.
Aurelio De Laurentiis (2004-oggi)
Il produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis fonda e iscrive la Napoli Soccer al campionato di serie C per la cifra complessiva di 32 milioni di euro. Nella stagione 2005/06, gli azzurri raggiungono la promozione in B e tornano alla denominazione originaria di “Società Sportiva Calcio Napoli”. L’anno successivo il club partenopeo raggiunge – insieme al Genoa – la promozione diretta in Serie A. Nel 2010 arriva la qualificazione in Europa League e dopo 21 anni anche in Champions League.
Stiamo parlando del Napoli allenato da Walter Mazzarri e con giocatori del calibro di Ezequiel Lavezzi, Marek Hamšík e Edinson Cavani. Nella stagione 2011-12 gli azzurri vincono la Coppa Italia sconfiggendo in finale la Juventus, replicando il successo nella stagione 2013/14 e 2019/20. Con Maurizio Sarri in panchina gli azzurri provano a sfidare la Juventus per la vittoria dello Scudetto, ma l’impresa fallisce di pochissimi punti. Il trionfo arriva finalmente nella stagione 2022-23, quando uno straordinario Napoli guidato da Luciano Spalletti e trascinati da fuoriclasse come Victor Osimhen e Khvicha Kvaratskhelia si aggiudica il terzo campionato della storia.
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