Il tentativo dei dirigenti di salvare la situazione
A quel punto, a intervenire è stato Matteo Comolli, il neo direttore generale della Juventus, che con tono diplomatico ha cercato di alleggerire la tensione:
“Abbiamo una squadra femminile molto forte.”
Un tentativo lodevole, ma inutile. Trump non si è lasciato convincere e ha ribadito con fermezza la sua posizione:
“Le donne dovrebbero giocare con altre donne. Capite? Siete molto diplomatici.”
Parole che hanno lasciato un’ulteriore scia di gelo tra i presenti e che hanno rapidamente fatto il giro del mondo, soprattutto alla luce delle note prese di posizione del tycoon americano sul tema dell’identità di genere nello sport.
Trump asks the Juventus players standing behind him if women could make their team and tries to bait them into endorsing his transphobia pic.twitter.com/cJymDAmcSd
— Aaron Rupar (@atrupar) June 18, 2025
Trump e l’ossessione per il “sesso biologico”
Le dichiarazioni del presidente non sono certo una novità. Durante il suo mandato, Trump ha firmato diversi ordini esecutivi per ridefinire il concetto di sesso su base biologica, cancellando progressivamente ogni riferimento al “gender” nei documenti ufficiali. Ha inoltre bloccato i finanziamenti federali per le strutture sportive inclusive, prendendo una posizione chiara contro la partecipazione di atleti transgender nelle competizioni femminili.
Anche in questa occasione, con una squadra sportiva europea davanti a sé, Trump ha sfruttato i riflettori per ribadire la sua visione binaria e conservatrice dello sport. Un messaggio che, ancora una volta, ha suscitato reazioni contrastanti, ma che in questo caso ha colpito un pubblico completamente fuori contesto.
Una figuraccia diplomatica che fa il giro del mondo
Quel che doveva essere un momento di celebrazione e incontro tra sport e istituzioni si è trasformato in una figuraccia diplomatica. La Juventus, visibilmente spiazzata, si è trovata suo malgrado coinvolta in una dichiarazione politica che nulla aveva a che fare con il motivo della visita. E mentre le immagini rimbalzano sui social e nei telegiornali di tutto il mondo, il gelo calato nello Studio Ovale sembra destinato a restare nella memoria di molti, come esempio lampante di come anche un semplice incontro possa trasformarsi in un caso internazionale.
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