“Sinner è un esempio, non un bersaglio”
Le parole di Briatore si inseriscono in un contesto già infuocato. Da settimane, infatti, l’attenzione dei media è concentrata sulle scelte di Sinner, in particolare sulla decisione di saltare alcuni impegni con la nazionale per concentrarsi sul suo calendario personale. Un comportamento che, per alcuni, è sinonimo di egoismo, ma che per altri dimostra maturità e visione professionale.
Briatore non ha dubbi: “Sinner è un ragazzo serio, determinato, che lavora duro. Invece di sostenerlo, lo si mette sotto accusa. È assurdo. In altri Paesi verrebbe considerato un orgoglio nazionale, qui lo si critica per dove paga le tasse”.
Parole che risuonano forti, anche perché toccano un nervo scoperto: il rapporto tra successo e invidia sociale.

Successo, libertà e invidia: il nodo culturale italiano
Dietro le dichiarazioni di Briatore si nasconde un dibattito molto più ampio. In Italia, il successo individuale è spesso vissuto con diffidenza: chi emerge, chi guadagna bene, chi si distingue per talento, viene frequentemente accusato di arroganza o di scarsa empatia. Un atteggiamento che contrasta con quello di altri Paesi, dove l’eccellenza viene valorizzata.
Sinner, con la sua compostezza e il suo stile riservato, rappresenta un modello di sportivo moderno, ma continua a dividere il pubblico. Da un lato c’è chi lo considera un simbolo di dedizione e sacrificio, dall’altro chi lo vede come distante dai valori tradizionali. Briatore, ancora una volta, ha scelto di schierarsi apertamente, invitando gli italiani a “smettere di giudicare e iniziare ad ammirare”.
Leggi anche: Sinner implacabile: Cerundolo Ko in due set, Jannik vola ai quarti