
C’è chi prova a vincere e chi, realisticamente, sa già come andrà a finire. Nel tennis mondiale, almeno oggi, la distanza tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz e il resto del circuito è diventata un fossato. A dirlo non sono solo i numeri, ma anche le parole ironiche e un po’ amare dello statunitense Alex Michelsen, che ha raccontato cosa succede nello spogliatoio quando qualcuno osa dire che vincerà un torneo dello Slam: “Si scoppia a ridere”.
io piango per come è ridotta l'atp senza alcaraz e sinner https://t.co/iMyzSBz65r
— tenenta colomba (@seorriso) October 11, 2025
In un intervento al podcast “Nothing Major”, il 21enne Michelsen, attuale numero 34 al mondo, ha spiegato senza giri di parole l’atmosfera che si respira nel tour: “Non c’è niente che noi poveri ragazzi possiamo fare al momento contro quei due”, ha detto. “Quando qualcuno in spogliatoio dice ‘sì, posso vincere lo US Open’, tutti scoppiano a ridere. Penso che nessuno ci creda più. Tranne Djokovic, forse. Ma non sta ringiovanendo…”.
Una battuta che sintetizza bene il momento: Sinner e Alcaraz si sono spartiti gli ultimi otto tornei del Grande Slam, quattro a testa, monopolizzando il tennis come ai tempi dei grandi duelli tra Federer, Nadal e lo stesso Djokovic. L’altoatesino ha trionfato agli Australian Open e allo US Open 2024, oltre a Wimbledon, mentre lo spagnolo ha completato l’altra metà dei successi.
Il risultato è un dominio totale, anche psicologico. Come sottolineano gli stessi colleghi, la sudditanza verso Sinner e Alcaraz va oltre l’aspetto tecnico: gli avversari partono spesso “già battuti”. Non è un caso che l’azzurro perda solo in condizioni fisiche precarie o contro lo stesso spagnolo, attuale numero uno del ranking.
La classifica mondiale fotografa perfettamente la situazione: tra Alcaraz, Sinner e il terzo classificato Zverev ci sono circa 4000 punti di differenza. Un abisso che racconta meglio di qualsiasi frase la realtà del tennis contemporaneo. Per tutti gli altri, almeno per ora, non resta che sorridere. Ma sono risate amare, tipiche di chi sa di non avere i mezzi per competere.
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