Una svolta improvvisa che potrebbe ribaltare ogni cosa
“Dobbiamo credere a Tuzi”, ha sottolineato il pg facendo riferimento a quella rivelazione, “per come l’ha detta il 28 marzo del 2008”; mentre quella che è “assolutamente non credibile” è la ritrattazione. Tuzi, infatti, si “rimangiò” le sue stesse dichiarazioni, e poi ritrattò la ritrattazione. Infine morì suicida l’11 aprile dello stesso anno. La figlia di Tuzi, come riportato da Il Messaggero, ha detto: “Mio padre ha sempre detto la verità ed è stato il primo a rompere il muro di omertà attorno alla morte di Serena Mollicone. Ha sempre agito per senso di giustizia: la verità è proprio in quel verbale del 28 marzo 2008, come affermato nella requisitoria. Ho ascoltato la registrazione delle dichiarazioni rilasciate quel giorno da mio padre ed era sereno”. (Continua a leggere dopo le foto)
Una porta di legno della caserma di Arce è diventata la prova “regina” che dà la svolta per risolvere il caso. Il pg Deborah Landolfi ha dichiarato: “Serena ha sbattuto contro quella porta. È questa la dinamica”. La 18enne “è morta per asfissia causata dal nastro adesivo con cui è stata imbavagliata e poi le è stato messo il sacchetto sulla testa. Dall’autopsia sono emerse anche una serie di lesioni tra cui alcune fratture craniche e un consistente infiltrato emorragico, ma la cosa strana è che nessuna di questa fratture è scomposta. Quindi a causarle è stato un oggetto ampio e piatto come la porta”. Sull’orario della morte il pg ha aggiunto che “sarebbe avvenuta tra le 13 e le 21 del 1 giugno”.