Gli occhi ancora brillano per l’ennesima impresa di una stagione straordinaria, e la mente è già rivolta al futuro, immaginando cosa Tadej Pogacar potrà ancora regalarci nei prossimi anni. Il fuoriclasse sloveno, fresco del suo quarto trionfo consecutivo al Lombardia, è stato tra i protagonisti dell’ultima giornata del Festival dello Sport di Trento, organizzato dalla Gazzetta dello Sport. Il campione di Komenda, che quest’anno ha collezionato vittorie prestigiose come il Giro d’Italia, il Tour de France e il recente Mondiale, non ha evitato nessuna domanda, raccontando dei suoi inizi in sella e degli obiettivi futuri.
Gli inizi di Pogacar e la prima al Giro d’Italia
“Quando correvo nelle prime categorie giovanili ho partecipato a delle corse dove spesso chiudevo all’ultimo posto oppure neppure arrivavo al traguardo. Lì, già a quell’età, ho iniziato a capire che non bisogna mai arrendersi, e se lavori sodo i tuoi sforzi verranno, prima o poi, ripagati. Sono veramente grato di aver avuto tante opportunità di inseguire ciò che volevo, dentro e fuori dal ciclismo“.
“Nel 2014 il Giro d’Italia, vinto dal colombiano Nairo Quintana, si chiuse a Trieste e la volata vide il successo del mio connazionale Luka Mezgec. Noi avevamo corso in Austria e, sulla strada del ritorno, ci fermammo con il van in città. Fu un’emozione e una festa grandissima, devo ammetterlo che ancora oggi quel ricordo è vivo e ha continuato a ispirarmi per tanti anni“.
“Sinceramente non ho un modello e non ho mai avuto un idolo. Non mi piacciono i paragoni con i Grandi del passato dato che non ero neanche nato quando questi campioni vincevano e si correva un ciclismo molto diverso. Io sono molto focalizzato sul mio percorso, costruisco la mia storia e cerco di vivere ogni momento al presente senza guardare al passato“. (Continua dopo la foto)
Gli obiettivi futuri
“Mi è sempre piaciuto guardare il cuore delle cose e non aspettarle che, forse, arrivino al traguardo. Per questo motivo credo che mi piaccia correre così, correre d’istinto per ampliare il numero di opzioni a disposizione per vincere una corsa. Questo modo di interpretare le sfide mi porta a sognare di vincere soprattutto la Milano-Sanremo. Lì ci sarà sempre qualcuno pù veloce di me ma so che posso provarci attaccando in qualche modo. Sto già pensando come la correrò nel 2025, sarà impegnativo ma proverò a vincere. Per quanto riguarda la tripletta nelle corse a tappe di tre settimane, Giro-Tour-Vuelta, dopo la vittoria in Francia ci ho pensato ma il mio corpo aveva bisogno di riposo. Vedremo nei prossimi anni“.
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