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“Pensa di essere Jackie Chan”. Il difensore Marco Curto squalificato per 10 giornate per questa frase detta a un avversario

Marco Curto, difensore del Como attualmente in prestito al Cesena, ha ricevuto una squalifica di dieci giornate, successivamente ridotte a cinque, a causa di un presunto comportamento discriminatorio nei confronti di un avversario durante un’amichevole estiva tra il Como e il Wolverhampton. L’incidente è avvenuto a Marbella, in Spagna, lo scorso luglio.

Durante un’amichevole Curto si era rivolto a un compagno di squadra dicendo “ignoralo, pensa di essere Jackie Chan”. Il commento era riferito all’attaccante sudcoreano Hwang Hee-chan. Secondo il collegio della Fifa che ha valutato l’accaduto, la frase di Curto è da considerare un “insulto di stampo razzista”. Oltre alla squalifica, il giocatore sarà tenuto a prestare lavori sociali e a seguire corsi di formazione presso un’associazione approvata dall’organizzazione calcistica mondiale.

Questo intervento ha fatto seguito a una protesta ufficiale presentata dal Wolverhampton alla Uefa. Anche la Federcalcio coreana era intervenuta per tutelare il proprio giocatore. Un portavoce della FIFA ha spiegato che “la metà delle partite di sospensione è stata messa in prova per due anni”, confermando l’impegno dell’organo di governo del calcio nel combattere le discriminazioni.

Matt Wild, direttore delle operazioni calcistiche dei Wolves, ha accolto con favore la decisione della FIFA, affermando che essa trasmette un messaggio chiaro: “Il razzismo e i comportamenti discriminatori non saranno tollerati nel calcio o nella società”. Una reazione che a molti è sembrata esagerata e sproporzionata rispetto al contesto e alla frase stessa.

Marco Curto, il commento di Bertozzi: “Il trionfo del Politicamente Sconnesso”

La squalifica di Curto ha sollevato un ampio dibattito sul tema del “politicamente corretto” nel calcio. In un articolo su Tuttocesena.it. Flavio Bertozzi ha commentato con ironia, ma anche con sconforto, ciò che è successo al giocatore. Definendo la mania di censurare qualsiasi espressione come “Il Politicamente Sconnesso”.

Bertozzi ha criticato le misure adottate dalla Fifa, e ha definito le sanzioni come parte di una “melassa chiamata fair play” che anestetizza e banalizza il calcio. Secondo l’autore, le regole e i codici etici inclusivi hanno avuto un impatto negativo sullo sport, rendendolo un luogo di ipocrisia eccessiva.

L’articolo prosegue affermando che il calcio è stato “ucciso” dal politicamente corretto, lasciando spazio a una domanda inquietante: “Cosa ci riserverà la prossima abominevole puntata di questo folle delirio in salsa buonista?”. La critica si estende ai vari “mestieranti della pedata” e alle figure che, secondo l’autore, stanno compromettendo lo spirito del gioco. Bertozzi ha sollevato preoccupazioni su un futuro in cui anche le più innocue espressioni di colore e passione potrebbero essere messe sotto accusa.

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