Gabriele Oriali racconta al pubblico il suo percorso lungo oltre mezzo secolo nel mondo del pallone, intrecciando ricordi, emozioni e riflessioni sui grandi tecnici che hanno segnato la sua carriera. Dal debutto al Triplete con l’Inter, fino all’esperienza con Antonio Conte a Napoli, Oriali riflette su cosa rende certi allenatori davvero speciali.
#Napoli, parla #Oriali 🗣️
— CalcioNews24.com (@CalcioNews24) December 9, 2025
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Secondo Oriali, la grandezza di José Mourinho e Conte non si misura solo dai trofei conquistati, ma dalla capacità di entrare nell’anima dei calciatori: “Per Mourinho e per Conte i calciatori si lancerebbero nel fuoco e non è un modo di dire. Dentro i tecnici ci sono valori umani forti. Sono ‘oltre’, mi creda”. Il dirigente ricorda con affetto il rapporto con Mourinho durante il Triplete: “Mi disse: ‘Gabriele, non pensare a quello che sarà, qui stiamo scrivendo la storia’. Promessa mantenuta”.
Oriali sottolinea come entrambi siano personalità dominanti, capaci di trasmettere determinazione e disciplina senza risultare opprimenti: “Il carattere è un dono per chi ce l’ha e sia Mou sia Conte lo mettono a disposizione dei club e delle squadre”.
Nel racconto del dirigente emergono momenti indelebili, dal Mondiale del 1982 ai successi con l’Inter: “Primo posto, lo scudetto dell’Inter del ’71, ero poco più di un bambino. Poi il Triplete, per tante ragioni umane. Terzo il titolo dell’anno scorso a Napoli, dove Antonio ha reso possibile un sogno irrealizzabile”.
Oriali parla anche della sua vita privata e della scelta di trasferirsi a Napoli, sottolineando l’importanza della famiglia: “Una delle figlie è andata via ieri. Ho quattro nipoti, sento la necessità di stare con loro. Ma Napoli da cittadino che la vive è stata una scoperta straordinaria“.
Oriali evidenzia come il ruolo di mediano gli abbia insegnato equilibrio e osservazione: “Porto con me l’esperienza, alla mia età so quando tacere e quando parlare, cosa dire. Diciamo che rifletto fuori ciò che ero in campo: un equilibratore“.
E sull’incontro imminente con Mourinho a Lisbona, non ci saranno messaggi o parole: “Ci incroceremo allo stadio, direttamente lì, e sapremo parlare con gli occhi e con gli sguardi. Nemici mai”.
Un ritratto di umanità, esperienza e passione, quello di Oriali, che racconta non solo il calcio vissuto dall’interno, ma anche la capacità di certi tecnici di lasciare un’impronta indelebile nelle vite dei giocatori che guidano.
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