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Giovanni uccide la moglie Patrizia, poi la confessione agghiacciante: perché lo avrebbe fatto

La cristi psicologica del marito e il tentativo di suicidio

Salamone è detenuto nel carcere di Marassi a Genova, mentre nella Casa circondariale ‘Cantiello e Gaeta’ di Alessandria. Ha confessato di aver tentato il suicidio diverse volte, sia prima dell’omicidio che in carcere. Ha descritto uno stato di totale smarrimento e disagio, aggravato dalla sua situazione legale. Il viaggio di ritorno ad Alessandria, poco prima dell’omicidio, fu vissuto con grande angoscia, con Patrizia che temeva per la sua instabilità. Questa situazione dipinge il quadro di una donna che ha cercato di proteggere il marito fino alla fine, rendendo la sua morte ancora più tragica. Ma sono le ultime parole del marito ad aver spiazzato particolarmente.

‘Posseduto da Satana’: le parole choc del marito di Patrizia Russo

Giovanni Salamone, reo confesso dell’omicidio della moglie, si è espresso davanti alla Corte d’Assise di Alessandria, dove è imputato. Sette mesi dopo all’omicidio, le parole di Salamone in tribunale hanno scioccato molti: «Sono stato posseduto da Satana». Ha dichiarato che non c’erano tensioni tali da giustificare un simile atto, sottolineando la loro lunga unione e il legame apparentemente felice. Questa dichiarazione ha sollevato nuovi interrogativi, spingendo gli investigatori a cercare motivazioni più concrete dietro l’omicidio.

La giustizia continua il suo corso

Il processo è in corso e la magistratura è chiamata a determinare la responsabilità penale di Giovanni Salamone. La morte di Patrizia Russo si aggiunge alla lunga lista di femminicidi in Italia, un fenomeno che continua a colpire anche in contesti apparentemente normali.

In tribunale si lotta per riconoscere e prevenire la violenza domestica, affinché tragedie come questa non si ripetano. Il caso di Patrizia Russo è emblematico di una violenza spesso invisibile ma devastante.

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