Novak Djokovic ha inaugurato la nuova stagione tennistica con un’intervista dal Sky Deck di Brisbane, dove parteciperà all’Atp 250, sia in singolare che in doppio, al fianco di Nick Kyrgios. Un “abbinamento” che ha fatto storcere il naso a molti tifosi di Sinner, così come alcune dichiarazioni del tennista serbo sul caso doping che ha coinvolto il nostro atleta.
Rod Laver Arena.
— Quindici Zero 🎾 (@quindicizero) January 12, 2024
Nick Kyrgios intervista Coco Gauff mentre Jannik Sinner sta svolgendo il suo allenamento con Marton Fucsovics.
Nick chiede a Coco:
"Chi preferisci tra Djokovic, Federer, Nadal e…
Sinner?"
Coco:
"Beh, visto che è qui…
Jannik!"
La reazione di Jannik… pic.twitter.com/oxsbxIaqxB
Djokovic ha affrontato apertamente il caso Clostebol, che ha visto il giovane tennista altoatesino al centro di accuse di doping. E, al di là di una certa diplomazia di fondo, le sue parole hanno rappresentato il classico “un colpo al cerchio e uno alla botte“, come si dice dalle nostre parti. Un dare ragione a tutti per non dare ragione a nessuno, creando comunque un clima di tensione.
Il campione serbo, è vero, ha detto di credere nell’innocenza di Sinner, ma lasciando aperto uno spazio al dubbio: “Conosco Jannik da quando era molto giovane, e non mi sembra uno che farebbe certe cose”. Che è diverso dal dire che il nostro numero uno è certamente innocente, come forse ci si sarebbe potuti aspettare vista l’amicizia (almeno apparente) che sinora ha caratterizzato i loro rapporti.
Il numero 2 al mondo ha poi sottolineato alcune incongruenze nel trattamento del caso da parte della governance del tennis, evidenziando la mancanza di trasparenza e i ritardi nei protocolli. Il serbo ha detto che “siamo stati tenuti all’oscuro per cinque mesi da quando Jannik ha ricevuto la notizia. Non è una bella pubblicità per il nostro sport”. Un concetto che, messo in relazione al caso Sinner, è sembrato un modo di acuire le tensioni sul caso.
Djokovic, inoltre, anziché stigmatizzare il comportamento sopra le righe del suo nuovo compagno di doppio (comportamento che ha infastidito molti nel mondo del tennis), ha dato in parte ragione a Nick Kyrgios, che aveva criticato pubblicamente la gestione del caso e l’apparente disparità di trattamento riservato al campione azzurro rispetto ad altri atleti.
“Viviamo in un mondo dove tutti hanno il diritto di esprimersi, specialmente sui social”, ha detto Djokovic. “Nick ha toccato alcuni punti giusti, come l’incoerenza dei protocolli”. Vista la violenza e la volgarità degli attacchi di Kyrgios a Sinner, le dichiarazioni di Nole sono sembrate inopportune, almeno per il modo con cui sono state espresse. E aleggia il sospetto di un tentativo, se non di influenzare la decisione del Tas, quantomeno di destabilizzare il tennista altoatesino.
Novak Djokovic, il tentativo di “indebolire” Sinner
L’aspetto su cui Djokovic ha insistito di più è la disparità di trattamento rispetto ad altri giocatori. Ha citato l’esempio di Max Purcell, squalificato immediatamente per aver violato il codice antidoping, a differenza di Sinner, che ha presentato un ricorso e ha ripreso a giocare dopo pochi giorni. “Il problema non è se Sinner abbia assunto intenzionalmente la sostanza proibita, ma come i protocolli vengano applicati in modo incoerente”.
La strategia di Djokovic sembra chiara. Da una parte, il fuoriclasse serbo è una persona intelligente e non si comporterebbe mai come un Kyrgios qualsiasi. Ma nello stesso tempo, questo dire e non dire, questo tirare in mezzo Jannik come se dipendesse da lui l’errata applicazione dei protocolli antidoping sembra far parte di una strategia per indebolire un avversario che, Djokovic lo sa benissimo, in questo momento rappresenta per chiunque il principale ostacolo verso la conquista di trofei importanti.
Non a caso, parlando di se stesso Djokovic si è ripromesso, per il 2025, di partecipare a più tornei rispetto alla stagione appena conclusa e di migliorare i risultati del 2024: “Spero di salire di livello e magari vincere qualche torneo in più“. Con un Sinner “dimezzato”, questo traguardo sarebbe meno difficile da raggiungere. E sembra che Djokovic lo sappia bene, e che abbia intenzione di giocarsi anche questa carta.
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