
Lionel Messi non ha ancora sciolto le riserve sul suo futuro in Nazionale. A otto mesi dai Mondiali 2026, l’Argentina resta in attesa della decisione del suo capitano. “Alla mia età, è logico pensare che potrei non farlo”, ha ammesso il fuoriclasse del Inter Miami a TyC Sports lo scorso mese.
Eppure, quando si parla di Messi, la logica spesso si ferma. Il numero 10 dell’Argentina è da sempre un’eccezione vivente, un uomo capace di sfidare le leggi del tempo e della fisica.
Già nel 2022, ai Mondiali di Qatar, aveva riscritto la storia: a 35 anni guidava ancora la Selección con la leggerezza di un talento eterno, umiliando difensori come Josko Gvardiol. Ma ora, con 38 anni sulle spalle, la domanda è inevitabile: cosa accadrà se Messi dovesse dire addio alla scena internazionale prima del torneo in Nord America?
Messi really had to wear a neutral jersey in training to make it fair for both teams😭look how he was moving😭 pic.twitter.com/U3M76ODpAf
— liam (@liamdahgoat) October 10, 2025
Scaloni pensa al futuro
Il commissario tecnico Lionel Scaloni non nasconde la portata della sfida: “Sarebbe una perdita enorme, perché non ci sarà mai un erede di Messi“, ha detto recentemente. Tuttavia, il tecnico ha già iniziato a costruire una squadra capace di vivere anche senza il suo leader, lavorando su una struttura solida e su giovani dal talento cristallino.
Tra questi spicca Nico Paz, il ragazzo che molti in Argentina considerano il volto della nuova generazione albiceleste.
Nico Paz, dalle strade di Tenerife ai riflettori del Bernabeu
Chiunque abbia visto giocare Nico Paz riconosce subito le sue origini: è un calciatore di strada, cresciuto a Tenerife, dove ha affinato la tecnica giocando nei campi improvvisati della sua infanzia. Figlio di Pablo Paz, ex difensore dell’Argentina con 14 presenze e partecipazione ai Mondiali del 1998, Nico ha respirato calcio fin da bambino.
Inizialmente difensore, come il padre, è stato il Real Madrid a scoprirne le doti offensive, portandolo nella cantera prima ancora che compisse 12 anni. Da lì in poi, la sua crescita è stata costante: visione di gioco, tocco raffinato e un sinistro educato che lo ha reso rapidamente una promessa del Castilla.
L’investitura di Ancelotti e Kroos
Il grande salto è arrivato l’8 novembre 2023, quando ha debuttato in Champions League nella vittoria contro il Braga. Ma la serata che ha cambiato tutto è arrivata pochi giorni dopo, contro il Napoli. Entrato nel finale sul 2-2, Paz ha firmato un gol spettacolare da fuori area, lasciando di sasso Alex Meret e regalando il 4-2 finale ai Blancos.
Il tecnico Carlo Ancelotti, spesso criticato per la prudenza verso i giovani, non ha avuto dubbi:
“È un giocatore per il futuro del Real Madrid. Ha tutte le qualità che servono per restare a lungo in questa squadra.”
Anche Toni Kroos ne aveva già intuito il potenziale: “Questo ragazzo dovrebbe allenarsi con noi ogni giorno perché è molto bravo”, aveva dichiarato il centrocampista tedesco.

Il presente a Como e il sogno mondiale
Dopo l’esperienza al Real Madrid Castilla, Paz ha scelto di mettersi in gioco nel Como, club che lo ha accolto come uno dei talenti più promettenti del calcio europeo. L’obiettivo è chiaro: trovare continuità, crescere e arrivare pronto alla chiamata di Scaloni.
Per molti, il suo nome è già sinonimo di eredità potenziale di Messi, anche se il paragone è prematuro. Paz ha personalità, tecnica e una maturità tattica rara per la sua età. Il suo percorso somiglia a quello di tanti fuoriclasse che hanno costruito la propria carriera con pazienza e coraggio.
L’Argentina del futuro
Che Messi resti o meno, l’Argentina guarda avanti con un gruppo di giovani pronti a raccogliere il testimone: Garnacho, Enzo Fernández, Julián Álvarez e, appunto, Nico Paz.
Un talento che viene dalla scuola Real, con la testa già proiettata al futuro e un sogno nel cassetto: guidare un giorno l’Albiceleste come ha fatto il suo idolo.
Il dopo Messi è un’idea difficile da accettare, ma con giocatori come Paz, il futuro dell’Argentina non sembra poi così lontano dalla magia del passato.
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