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NBA, capolavoro Warriors, Indiana buona la prima (VIDEO)

NBA sempre più nel vivo. allacciate le cinture e viaggiate nella notte dei Playoff, che ieri ha visto due fermate da urlo: la prima a Houston, dove i Warriors hanno giocato alla grande contro i texani, e la seconda a Cleveland, dove Indiana ha fatto capire ai Cavaliers che la regular season è finita e ora si balla davvero. E con Haliburton alla batteria, la musica la mettono i Pacers.

Houston Rockets (2) – Golden State Warriors (7) 89-103
(Golden State vince la serie 4-3)

In gara-7 serve sangue freddo, cuore caldo e una faccia tosta come quella di un texano in rodeo. Ma se davanti hai Steph Curry, che ne ha viste più di un cowboy al tramonto, ti serve pure qualcosa in più. E Houston, dopo due prove gagliarde, si presenta all’appuntamento decisivo col fiato corto e le idee annebbiatissime.

Coach Steve Kerr, che le partite dentro o fuori le fiuta come un segugio, le indovina quasi tutte, zona compresa. A parte un Kuminga da censura, riceve fisicità da Looney e persino Buddy Hield, uno che solitamente sta in panchina a contare le triple degli altri, decide di fare il Curry per una sera: 22 punti con bombe a raffica nel primo tempo, mentre Steph dorme (1/7 dal campo all’intervallo).

Houston si affida al solito Sengun e a un Thompson commovente, ma il resto è un caos tattico con pochi sbocchi. Quando Golden State tocca il +15, sembra fatta, ma i Rockets hanno ancora un colpo di reni con un 14-4 di pura grinta. Non basta.

Jimmy Butler mette benzina nell’attacco dei californiani, Hield difende da veterano, e quando inizia l’ultimo quarto, Curry segna 5 punti in un lampo, poi altri 14 nel periodo finale con un 12-0 di parziale che manda i Rockets a casa e i Warriors al secondo turno. La prossima tappa? Minneapolis, contro i lupi affamati del Minnesota.

Cleveland Cavaliers (1) – Indiana Pacers (4) 112-121
(Indiana avanti 1-0 nella serie)

Che fosse una serie equilibrata, si poteva immaginare. Che Indiana arrivasse a Cleveland col fuoco negli occhi e le mani roventi da tre, forse no. E invece i Pacers sparano col 53% da fuori e dimostrano di non avere paura nemmeno davanti al miglior record dell’Est.

Senza Garland, i Cavs partono stentati, Mitchell prende in mano il timone (devastante a tratti, ma 1/11 da tre) e grazie anche a un buon impatto di Jerome rimettono il match in piedi nel terzo quarto. Ma nel quarto periodo, Haliburton si mette l’elmetto: 22 punti, 13 assist e soprattutto un finale da urlo.

Cleveland torna avanti, ma si schianta contro un parziale di 15-4 firmato Indiana, che si prende gara-1 e fa capire che qui non si scherza. Si torna in campo martedì, sempre in Ohio, ma con i Pacers già con l’inerzia in mano.

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