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NBA, Minnesota una furia contro Golden State

Target Center in delirio, pubblico in piedi e un messaggio chiarissimo: questa serie non è finita. Dopo il KO in gara 1, i Minnesota Timberwolves reagiscono da vera contender e spazzano via i Golden State Warriors con una prestazione feroce, intensa, da Playoff veri. E tutto questo senza il miglior Anthony Edwards per buona parte della gara.

Minnesota Timberwolves – Golden State Warriors 117-93 (serie 1-1)

I Timberwolves entrano in campo come se fosse una gara da dentro o fuori. 13-0 in apertura, una scarica di energia e difesa asfissiante che tramortisce subito i Warriors orfani di Stephen Curry. Il primo quarto è un dominio totale, con Gobert padrone dell’area e i ragazzi di Kerr costretti a rincorrere: 29-15 e tanta, tantissima intensità.

Il secondo quarto conferma il copione. Minnesota alza il volume della radio difensiva, toglie l’aria a Golden State e tiene saldo il vantaggio, anche se Edwards si fa male alla caviglia sinistra e lascia il parquet, facendo tremare tutto il palazzetto. Ma la squadra non si scompone e va all’intervallo avanti con merito: 56-39.

Al rientro, Edwards è stoico e torna in campo, ma sono gli ospiti a mostrare un sussulto: Kuminga, Butler e Hield riportano i Warriors a -7. Il momento è delicato. Ma è proprio lì che i Timberwolves rimettono il turbo: DiVincenzo e McDaniels suonano la carica e un parziale devastante da 20-5 ristabilisce le distanze (85-65). Golden State rimbalza via come una palla scheggiata.

Steve Kerr prova a tenere alta l’intensità per qualche minuto, evitando di arrendersi troppo presto. Ma senza Steph il motore dei Warriors è limitato, e le palle perse in transizione fanno il resto. Minnesota allunga ancora, si gode il boato del pubblico e chiude con un clamoroso +24. È 117-93, ed è 1-1 nella serie.

Minnesota risponde da squadra vera. La panchina gira, la difesa funziona e l’energia è da manuale. I Warriors tornano a casa con tante domande e una certezza: senza Curry sarà durissima. Gara 3 si annuncia bollente. La Western non perdona.

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