
Una partita che dura più di quattro ore. Una lunga attesa senza una goccia di pioggia. È successo in Benfica-Chelsea, gara del Mondiale per Club sospesa per oltre due ore a causa del maltempo. E subito sono scoppiate le polemiche, soprattutto in vista dei Mondiali per Nazionali dell’anno prossimo che si giocheranno anche negli Usa.
Allerta #meteo a Charlotte per #InterFluminense: rischio sospensione per fulmini e #maltempohttps://t.co/gSNMOTrWET
— MeteoWeb (@MeteoWeb_eu) June 29, 2025
Un tempo supplementare del tutto particolare, che sta diventando sempre più frequente e che avrà un impatto concreto anche sul Mondiale 2026, soprattutto negli stadi nordamericani. Il motivo? Il “weather delay”, un protocollo rigido pensato per proteggere giocatori e pubblico da rischi ben peggiori di un campo scivoloso.
Fulmini, vento e visibilità ridotta: sono questi i parametri chiave che attivano il weather delay. Negli Stati Uniti, dove la sicurezza è una questione anche legale, non si corre alcun rischio: basta un fulmine entro 10 km dallo stadio per sospendere immediatamente il match e avviare l’evacuazione del pubblico.
Non è una scelta discrezionale: si tratta di una regola standardizzata, applicata già da anni in sport come NFL, MLB e MLS, ma ancora poco digerita dai tifosi del calcio internazionale, che raramente si sono trovati di fronte a partite interrotte… col cielo sereno.
Ogni stadio coinvolto in eventi FIFA di alto livello è dotato di un sistema di monitoraggio meteo in tempo reale, collegato direttamente con arbitri e delegati. È questo apparato che, attraverso la regola del “flash-to-bang”, decide quando si può ricominciare a giocare. (continua dopo la foto)

La regola è semplice quanto drastica: per riprendere il gioco devono passare 30 minuti senza che venga rilevato un solo fulmine entro il raggio di sicurezza. Ogni scarica elettrica azzera il cronometro. Ecco perché la sospensione può durare ore, come è accaduto nel caso di Benfica-Chelsea.
Il clima estivo del Nord America rende molto probabili situazioni analoghe a quelle viste nel Mondiale per Club. E le regole saranno le stesse: sicurezza prima di tutto, anche a costo di sospendere un quarto di finale con lo 0-0 a pochi minuti dalla fine. Un esempio lampante che dimostra come, al di là del risultato, la variabile meteo sia ormai una componente strategica del calcio moderno. Anche quando non piove.
Le domande e le polemiche, però, fioccano. a cominciare dall’allenatore del Chelsea Maresca, che ha protestato duramente contro il protocollo. Ed è impossibile non chiedersi cosa sarebbe del calcio se si applicasse sempre questo metro. Non si potrebbe più giocare con la pioggia? Qualcuno dovrà dare risposte chiare prima dei Mondiali 2026.
Leggi anche:
- Il Milan di Tare e Allegri: come lo vogliono, modulo e caratteristiche
- Mondiale per Club, calice amaro per Messi: il PSG dilaga e passa ai quarti