
Se la stagione del Milan non fosse già abbastanza negativa dal punto di vista dei risultati, ora si aggiungono anche i problemi societari. In un momento delicato per i rossoneri, chiamaati a chiudere la stagione nel modo più dignitoso possibile e reduci da una contestazione infuocata dei tifosi, esplode la tensione ai vertici del club.
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— Chiamarsi Bomber (@ChiamarsiBomber) March 8, 2025
La dirigenza del Milan è divisa in due fazioni: da una parte c’è Zlatan Ibrahimovic, uomo di fiducia di RedBird, dall’altra Giorgio Furlani, amministratore delegato legato all’ex proprietario Elliott. Lo scontro tra i due è ormai palese, con un braccio di ferro che sta paralizzando le scelte strategiche del club, a partire dalla nomina del nuovo direttore sportivo.
Secondo l’editorialista di Sportitalia Gianluigi Longari, Ibrahimovic avrebbe tentato un vero e proprio colpo di mano, spingendo per la nomina di Igli Tare come nuovo Ds. L’ex attaccante rossonero avrebbe addirittura incontrato Tare insieme a Gerry Cardinale, patron di RedBird, escludendo Furlani dalla discussione. Una mossa che ha inasprito ancora di più il clima interno.
Milan, la guerra di potere interna al club
La risposta di Furlani non si è fatta attendere. Prima del match con la Lazio, l’AD rossonero ha lanciato un messaggio chiaro: “Mi assumo la responsabilità della situazione, perché tutte le decisioni passano da me“. Una dichiarazione che sa di avvertimento a Ibrahimovic: senza il via libera di Elliott e del management ufficiale, nessuna scelta verrà ratificata.
Il risultato è un’impasse totale che sta rallentando la programmazione del Milan. L’annuncio del nuovo Ds, previsto entro questa settimana, potrebbe slittare ancora a causa dello scontro tra le due fazioni. Nel frattempo, il Milan si prepara all’ostica trasferta di Lecce, una partita utile per rialzare la testa dopo le ultime delusioni.
Il tecnico Conceiçao, alle prese con un ambiente teso, ha dichiarato di voler schierare la miglior formazione possibile, con diversi cambi rispetto alle ultime giornate. Ma la vera partita sembra giocarsi fuori dal campo. La domanda ora è: qualcuno farà un passo indietro o la guerra di potere continuerà a destabilizzare il Milan?
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