
L’Atalanta rallenta la sua corsa europea e al Gewiss Stadium non va oltre uno 0-0 contro lo Slavia Praga, sprecando troppo in zona gol. La squadra di Juric ci prova ripetutamente, ma si perde sempre all’ultimo passaggio, lasciando deluso il suo pubblico che aveva caricato l’ambiente con una splendida coreografia memore della poesia blues di Jim Morrison: “Light my fire”.
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Rispetto alle previsioni della vigilia, Juric sorprende con De Ketelaere schierato a destra al posto di Samardzic, mentre Kossounou parte titolare e Ahanor riposa. Davanti, Krstovic agisce da centravanti con Lookman a sinistra. Lo Slavia Praga, impostato da Trpisovsky con un 3-4-2-1, punta sull’esordiente Moses per contenere Lookman e su Markovic, anche lui all’esordio in Champions, tra i pali.
Il primo tempo è intenso sin dall’inizio: lo Slavia parte aggressivo e il destro di Chory mette in allerta la difesa bergamasca. Ma quando l’Atalanta alza il ritmo, i cechi vanno in difficoltà. Emblematico l’assolo di Kossounou, che percorre trenta metri palla al piede fino a sfiorare il gol.
I padroni di casa dominano e tengono il possesso palla costantemente, ma sprecano troppo: due chance nitide con Krstovic, poi occasioni non sfruttate da De Ketelaere, Lookman ed Ederson. Il primo tempo si chiude con uno 0-0 che è la fotografa della serata: tanta intensità, poca concretezza.
Nella seconda parte la Dea cala e lo Slavia Praga ne approfitta, e minuto dopo minuto acquisisce fiducia. Quando i cechi non sono soffocati dal pressing bergamasco mostrano buone qualità tecniche, con Kusej e Moses in evidenza. Juric prova a cambiare volto alla squadra inserendo Scamacca e Sulemana per Krstovic e Lookman, ma la mossa non porta i risultati sperati.
Gli ospiti si chiudono con un uomo in più in difesa e cercano di colpire in contropiede con Kamaldeen, sempre pronto a sfruttare le ripartenze. L’Atalanta spinge ma non riesce a trovare varchi. Finisce con un altro pareggio a reti bianche dopo quello con la Lazio.
Per l’Atalanta, resta la sensazione di un’occasione mancata per avvicinare la zona playoff di Champions. La Dea ci ha provato, ma la scarsa precisione sotto porta è stata un elemento decisivo. Il pubblico applaude, ma Juric dovrà lavorare per rendere più cinica la sua squadra: la strada in Champions si complica, e ora non si può più sbagliare.
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