Come cambierà il lavoro dei medici di famiglia
Attualmente, i medici di base lavorano un minimo garantito di 5-15 ore settimanali, a seconda del numero di pazienti. Con la riforma, il loro orario diventerà di 38 ore settimanali, distribuite secondo lo schema seguente:
• Fino a 400 assistiti: 38 ore settimanali, di cui 6 dedicate ai pazienti e il resto alla programmazione sanitaria territoriale.
• Da 401 a 1.000 assistiti: 12 ore per i pazienti, il resto per attività territoriali.
• Da 1.001 a 1.200 assistiti: 18 ore per i pazienti.
• Da 1.201 a 1.500 assistiti: 21 ore per i pazienti.
• Oltre 1.500 assistiti: 24 ore per i pazienti.
Il nuovo modello prevede che i medici non si dedichino solo ai propri assistiti, ma collaborino anche con altri colleghi per garantire assistenza continua e capillare. Questo significa che i cittadini avranno sempre accesso a un medico di base, senza perdere la possibilità di rivolgersi al proprio medico di fiducia.
Un altro cambiamento significativo riguarda la formazione dei futuri medici di medicina generale. Attualmente, il percorso prevede un corso di formazione triennale con una borsa di studio di soli 11.500 euro all’anno. La riforma prevede di trasformarlo in una specializzazione universitaria di quattro anni, con docenti qualificati e una borsa di studio equiparata a quella delle altre specializzazioni (circa 26.000 euro annui). (continua dopo la foto)
Gli obiettivi
Questa riforma mira a:
• Migliorare la qualità e la continuità dell’assistenza territoriale.
• Garantire una copertura medica più ampia, soprattutto nei piccoli Comuni.
• Incentivare i giovani a intraprendere la carriera di medico di famiglia.
Tuttavia, non mancano le criticità. Molti medici attualmente in servizio temono una riduzione dell’autonomia professionale e un aumento del carico di lavoro burocratico. Inoltre, la trasformazione della medicina generale in un lavoro dipendente dovrà essere accompagnata da adeguati investimenti in strutture e personale per evitare il rischio di un sovraccarico del sistema.
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