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Lucca c’è, il Napoli non ancora: altra battuta d’arresto con il Brest

Il Napoli inciampa di nuovo. Dopo la sconfitta contro l’Arezzo, arriva un altro ko, stavolta contro il Brest, che vince 2-1 nel primo vero test internazionale estivo degli azzurri. In palio, va detto, non c’era nulla, ma il bicchiere resta mezzo vuoto: la difesa balla troppo e l’atteggiamento ultra offensivo disegna una squadra sbilanciata, in cui la qualità non riesce a compensare gli squilibri.

Il gol di Lucca riaccende le speranze nella ripresa, ma la rimonta si ferma lì. E il palo colpito da De Bruyne di tacco – una giocata tanto sontuosa quanto sfortunata – resta il simbolo di un pomeriggio a due facce. Niente di terribile, ma qualche segnale d’allarme c’è.

Conte conferma l’undici che aveva battuto il Catanzaro, con la novità Milinkovic Savic tra i pali. Davanti, squadra a trazione anteriore: De Bruyne e Raspadori agiscono da mezzali, il tridente è composto da Neres, Lucca e Lang. Ma il livello dell’avversario è diverso e il Brest sfrutta subito le enormi praterie concesse dagli azzurri in transizione.

Tra il 20’ e il 25’ del primo tempo, arriva il doppio colpo: Ajorque firma una doppietta – prima di piede, poi di testa – con la complicità di una retroguardia in affanno, specie Rrahmani e Milinkovic. Il Napoli reagisce con un colpo di genio di De Bruyne, che centra il palo con un tacco al volo da fuori area: l’estetica c’è, ma la fortuna no.

Nella ripresa, l’ex City prova a caricarsi la squadra sulle spalle. Il Napoli costruisce poco, ma al 19’ De Bruyne cambia gioco e pesca Di Lorenzo in area, che serve Politano: scarico su Lucca, sinistro potente e 2-1. La rete ridà entusiasmo e al 27’ è Anguissa ad avere la palla del pari, ma il suo colpo di testa, su altro assist di Politano, finisce fuori.

Nel finale, ancora De Bruyne ci prova da fuori, ma senza esito. Troppi errori, poca compattezza e una condizione ancora da rifinire. Domani si replica contro la Casertana: Conte ruoterà l’organico per dare minuti a chi è rimasto ai margini. Ma il messaggio, per ora, è che c’è ancora molto da registrare.

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