
La Lazio si prepara al posticipo di lunedì a Marassi con un centrocampo ridotto all’osso. Maurizio Sarri, metodico per natura, è costretto a inventare soluzioni d’emergenza e pensa a una vera e propria “rivoluzione” in mediana. Con Guendouzi e Belahyane squalificati, Dele-Bashiru fermo per un probabile stiramento e Rovella indeciso sull’intervento dopo l’infortunio, il tecnico biancoceleste si trova davanti a un rebus mai visto. Vecino rientra solo in settimana e Basic è ancora fuori rosa.
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Pinelli e Farcomeni, centrocampisti della Primavera, resteranno aggregati alla prima squadra ma non sono pronti per partire titolari. In conferenza Sarri ha ammesso: “Al momento ho due centrocampisti: uno è Cataldi, l’altro dovrò trovarlo”. Si va verso un 4-4-2, che può diventare 4-4-1-1 se Pedro agirà alle spalle di Castellanos. Altrimenti spazio a un doppio centravanti con Taty e Dia (o Noslin), ma la domanda chiave resta “chi affiancherà Cataldi?”.
L’opzione più concreta porta a Mario Gila, difensore già provato da Baroni a centrocampo l’anno scorso nell’ultima gara di Europa League a Braga. A Marassi lo spagnolo potrebbe fare coppia con Cataldi davanti a Provstgaard e Romagnoli. In alternativa c’è il reintegro di Basic, che in Ligue 1 giocava in un centrocampo a due con il Bordeaux.
Un 4-4-2 più conservativo potrebbe spingere Sarri ad avanzare Marusic come esterno alto per dare equilibrio. Oggi gli esami di Rovella e Dele-Bashiru chiariranno la durata dell’emergenza. In futuro il tecnico potrebbe valutare Tavares come mezzala “invasore”, ricordando l’esperimento vincente di Reja con Senad Lulic nel 4-3-1-2 dei tempi di Klose e Cissè. Sarri dovrà dunque reinventare ruoli e geometrie per tenere viva la Lazio in un momento delicatissimo della stagione.
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