Una notte di lavoro, scelte chirurgiche, correzioni mirate. E alla fine la risposta della pista. Se Max Verstappen ha conquistato la pole del GP di Abu Dhabi, una parte decisiva del merito è dei tecnici Red Bull, capaci di ribaltare il comportamento della RB21 nel giro di poche ore. Dopo una FP2 complicata, la vettura è tornata improvvisamente competitiva, con una trasformazione tutt’altro che scontata.
#Formula1 #AbuDhabiGp: pole per #verstappen davanti a #Norris e #Piastri. #Leclerc 5°, #Hamilton fuori in Q1. Max il più veloce di tutti, accanto a lui in prima fila il leader mondiale. Alle loro spalle l'altro pilota McLaren con #Russell. Domani il GP che assegnerà il titolo pic.twitter.com/uvBPYCoEWC
— I fatti nostri (@Infofatti) December 6, 2025
Il venerdì aveva lasciato segnali chiari e preoccupanti. La RB21 era scesa in pista con un assetto a basso carico, che garantiva velocità sui rettilinei ma penalizzava pesantemente la trazione. Verstappen aveva segnalato soprattutto una marcata difficoltà in uscita di curva, con la macchina instabile nel terzo settore.
La soluzione, solo all’apparenza semplice, nascondeva una trappola tecnica importante: aumentare la downforce per migliorare la trazione significava inevitabilmente rallentare la vettura nei due lunghi rettilinei del circuito. Trovare il giusto compromesso non era affatto banale. Dopo la FP3, pur avendo ritrovato un buon feeling con il retrotreno, Max ha avvertito un leggero sottosterzo ma ha scelto di non intervenire sull’avantreno, per non compromettere l’efficienza complessiva della monoposto. (continua dopo la foto)

Il salto di qualità è arrivato con un intervento profondo sul pacchetto tecnico. Il team ha lavorato su un’ala posteriore con una sezione del flap aumentata tramite una maggiore incidenza, ma soprattutto su un nuovo assetto meccanico. È stata rimappata la distribuzione del carico, privilegiando il posteriore in modo più marcato, pur senza estremizzazioni.
Una scelta che ha restituito trazione senza sacrificare del tutto la velocità di punta. Ancora una volta, il muretto di Milton Keynes ha dimostrato la sua efficienza, tanto da ribaltare un weekend in poche ore, una costante che ha segnato gli ultimi anni della Red Bull.
Questo tipo di recuperi spettacolari è stato per lungo tempo il marchio di fabbrica dell’era Adrian Newey. E anche dopo la sua uscita dal team, la sua impronta tecnica è presente. Pierre Wachè, Paul Monaghan e Gianpiero Lambiase portano avanti una metodologia che non è stata abbandonata, segno di un’eredità ancora viva nel cuore tecnico della squadra.
Il risultato è tutto lì, nero su bianco nei tempi della qualifica: una RB21 rinata nell’arco di una notte e Verstappen di nuovo davanti a tutti, con una pole che nasce dai box. alla Red Bull, ancora una volta, niente è stato lasciato al caso.
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