
Fiorentina-Juventus 3-0, la squadra di Palladino annienta i bianconeri con una prestazione devastante: ora Thiago Motta è davvero in bilico. Dopo le piogge dei giorni scorsi, il sole illumina il prato del Franchi al momento del calcio d’inizio. Prima di cominciare, il pubblico di casa si esibisce in una coreografia tanto semplice quanto diretta: “Juve m***a” composto da cartoncini viola, bianchi e rossi. Segue il ricordo di Joe Barone, a quasi un anno dalla sua scomparsa, con un video dedicato e un minuto di silenzio.
CHE VITTORIA. pic.twitter.com/VuMAntkEGf
— ACF Fiorentina (@acffiorentina) March 16, 2025
Primo tempo, uno-due micidiale viola
I tifosi ospiti, invece, per i primi 10 minuti lasciano gli spalti vuoti in segno di protesta, per poi entrare in tempo per assistere al letale uno-due della Fiorentina. Attorno al 15′, i viola colpiscono per la prima volta con Gosens, coriaceo nel voler far entrare la palla su calcio d’angolo. Subito dopo arriva il raddoppio di Mandragora, lanciato con un nobile esterno verso la porta dal più fresco ex della partita.
La Juventus accusa il colpo e prova a riversarsi in avanti, ma lo fa senza precisione né pericolosità: da segnalare giusto qualche tiro dalla lunghissima distanza. Il primo tempo si chiude sul 2-0.
La Signora cade ancora: colpisce Gudmundsson
Nessun cambio dalle due panchine al rientro in campo, una scelta che sorprende soprattutto per quanto riguarda Thiago Motta. La ripresa segue lo stesso copione del primo tempo: la Juventus tiene palla a lungo, ma fatica a rendersi pericolosa in fase offensiva. Unica eccezione, un tiro ravvicinato di McKennie, sul quale però il portiere viola è attento.
Al 53′, la serata della Juve si complica ulteriormente. Su una transizione rapidissima, Fagioli serve in profondità Gudmundsson, che lascia partire un destro potente e angolatissimo, battendo Di Gregorio.
I minuti scorrono, ma la Juventus non reagisce, e con grande anticipo inizia la festa del popolo viola, che nel finale intona cori di scherno contro Dusan Vlahovic, rimasto a guardare la disfatta dei compagni dalla panchina. Un’altra sconfitta pesante per la squadra bianconera.
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