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Kata scomparsa, dopo un anno spunta il video che cambia tutto

Kata scomparsa, cosa mostra il video

Alle 15:15 del 10 giugno, Kata – racconta Sartorini alla ‘Nazione – sale la rampa delle scale che l’avrebbe portata al secondo piano, poi si ferma e riscende. Il famoso video girato dalla videocamere della gioielleria non mostra il punto vista da via Maragliano”. Si tratta delle telecamere della Ritar, quelle che poco prima riprendono la bimba uscire fuori con amichetti e il fratellino per poi rientrare dal cancello principale dello stabile. “Da quella prospettiva – continua la criminologa – si vede Kata scendere fino al piano terra ed entrare poi nel corridoio dell’hotel che porta al cortile sul retro. Quello che fa rabbrividire, però, sono i due uomini che pochi secondi dopo il ripensamento di Kata, scendono dal secondo e seguono la bambina all’interno. Poi più il nulla, la piccola non si vedrà più. Cosa accade in quel corridoio non lo sappiamo, su quel piano ci sono molte stanze (continua dopo la foto)

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Lo scambio di persona

Gli unici due indagati, lo zio materno Abel Argenis Vasquez e quello paterno Marlon Chicclo, affermano di non sapere se Kata sia mai arrivata al cortile sul retro: alla porta di Abel in quel frangente avrebbero bussato due ragazzi che avrebbero cercato di tenerlo occupato impedendogli di controllare le finestre che davano sul cortile. Tra le piste, oltre a quella del traffico di droga, del Rocket delle stanze dell’ex Hotel e dei possibili abusi a sfondo sessuale, c’è infatti anche quello dello scambio di persona. Isabel, altro occupante dello stabile, era minacciata dal fidanzato che se l’avesse lasciato, cosa poi avvenuta, e avrebbe fatto sparire la figlia, molto simile a Kata. (continua dopo la foto)

Paura per la mamma di Kata

Nelle immagini del video, inoltre, si intravede anche “un gruppetto di tre-quattro persone, peruviani e romeni, che assistono alla salita/discesa di Kata da in fondo alla chiocciola di scale che affaccia su via Luigi Boccherini“, sottolinea Sartorini. Cosa facevano lì? Hanno in qualche modo avuto un ruolo nella faccenda? Questo non è dato saperlo, ciò che si vede però “alle 15.37 è una donna romena“, (dirimpettaia di zio Abel), “risalire le solite scale con in braccio un fagotto di lenzuoli tutto arrotolato e di grandi dimensioni“. Immagini che hanno segnato la mamma della bambina, scoppiata in lacrime più volte, mentre con la voce rotta pronunciava il più recondito dei pensieri: “Me l’hanno soffocata, eccola lì la mia piccola