Nessuna traccia biologica di Kata: crolla l’impianto investigativo
Il risultato dei test è del tutto inaspettato perché non sarebbero state rinvenute tracce biologiche di Kata su nessuno degli oggetti presi in esame. Il genetista Ugo Ricci ha sottolineato che «i profili genetici determinati dai campioni effettuati hanno evidenziati misture complesse riconducibili a più soggetti donatori». Si tratterebbe di «sostanza biologica umana», verosimilmente di origine «epiteliale». Ora, come riporta La Nazione, ci saranno altri esami per stabilire a chi appartiene quel patrimonio genetico dal momento che l’impianto investigativo primario è crollato. Nel frattempo, gli inquirenti indagano sulle modalità in cui la piccola possa essere stata portata via mentre si trovava in custodia dello zio.
L’ipotesi sulla scomparsa: continuano gli interrogatori
Gli inquirenti sembrano essere concordi sul fatto che la piccola Kata sia stata condotta fuori dall’ex Hotel Astor attraverso via Monteverdi, l’unica uscita sprovvista di telecamere, in un’operazione ben organizzata. Nel frattempo, è stato deciso di non effettuare un nuovo sopralluogo nell’ex hotel, ma di concentrarsi sulle indagini difensive e di interrogare alcuni degli ex occupanti della struttura. Proprio questi ultimi infatti sono stati descritti dagli inquirenti come particolarmente omertosi. Segnale, forse, che qualcuno abbia delle informazioni sulla vicenda, ma non voglia esserne coinvolto.
La Nazione, ricorda anche quanto emerso da alcuni video ripresi dalle telecamere di sorveglianza la mattina del 10 giugno. Poco prima della scomparsa di Kata, numerosi occupanti di nazionalità rumena, hanno preparato le valigie e hanno lasciato l’hotel Astor. Questo comportamento potrebbe indicare che all’interno della comunità si fosse a conoscenza di quanto stava per accadere. Restano però molti interrogativi senza risposta su questo dettaglio e sul coinvolgimento di queste persone nei fatti accaduti.
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