
Jonathan David si presenta alla Juventus con le idee chiare e l’ambizione giusta. Dopo tre stagioni da protagonista al Lilla, con 77 gol all’attivo, il bomber canadese sbarca in Serie A da svincolato e chiarisce subito l’obiettivo: “Il mio lavoro è fare gol, e penso di riuscire a ripetere le 25 reti anche in Italia. Sono ambizioso , e sono venuto qui per diventare uno dei migliori bomber del mondo”.
37 – Nella stagione 2024/25 Jonathan #David ha partecipato a 37 reti in 49 presenze con il Lille, grazie a 25 gol e 12 assist; tra i calciatori di Ligue 1, considerando tutte le competizioni, solo Ousmane Dembélé (46) e Bradley Barcola (39) hanno fatto meglio. Predatore. pic.twitter.com/bxKhzQFk3A
— OptaPaolo (@OptaPaolo) July 2, 2025
Il nuovo attaccante bianconero ha già iniziato a integrarsi: “La prima settimana è andata bene”, spiega sotto gli occhi dei dirigenti Comolli, Chiellini e Modesto. “I miei compagni mi hanno aiutato molto. Ho parlato con Tudor, è stato molto chiaro sulle sue aspettative: mi vede come prima punta“.
“So che non sarò sempre titolare, ma farò del mio meglio. La Serie A è più tattica e difensiva, ma proprio per questo sarà una grande sfida”. David non ha dubbi sulla scelta fatta: “Avevo tante richieste, sia in Italia che in Premier, ma ho voluto fortemente la Juventus. Ci siamo confrontati con la dirigenza e con alcuni giocatori, ho sentito grande interesse e alla fine ho scelto Torino”.
Sullo scudetto non si nasconde: “Ogni anno può essere quello giusto per tornare a vincere. La Serie A è difficile, ma bisogna avere l’ambizione di arrivare in fondo”.
A livello personale, il traguardo è chiaro: “Pallone d’Oro? Non voglio spingermi così in alto, ma se sono qui è perché voglio diventare uno dei migliori attaccanti del mondo. Questo è un top club, ha avuto leggende come Del Piero, Trezeguet, Cristiano Ronaldo, Higuain, Dybala… voglio dare il massimo per essere all’altezza”.
David indosserà il numero 30, un dettaglio tutt’altro che casuale: “L’ho scelto per mio padre. Ho iniziato a giocare per lui. Sono molto religioso, credo che la fede sia importante per raggiungere il massimo”.
Si definisce “Iceman”: “Sono molto freddo, e questo nel gioco mi aiuta. Amo le sfide, segnare contro le big mi stimola. Quando ero piccolo, guardavo attaccanti come Drogba ed Eto’o. Ora tocca a me fare la differenza”.
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