Jannik Sinner si “confessa” a cuore aperto. Colpisce del nostro tennista la disarmante sincerità e anche, pensando ad altri esempi di sportivi di fama, la semplicità con cui si pone di fronte alle domande. Intervistato da Federico Buffa durante un evento correlato alle ATP Finals, ha svelato lati inediti della sua personalità, lontani dall’immagine patinata delle campagne pubblicitarie.
La lettera di #Sinner… a Jannik.
— Fabrizio Biasin (@FBiasin) November 21, 2024
“…non dimenticarti mai che questo è solo un gioco”.
pic.twitter.com/h8T8CjjZ9k
“Da piccolo ero uno spacca-racchette”, racconta Jannik, riflettendo sul percorso che lo ha portato a diventare il numero 1 del mondo. “Sono cresciuto, ho imparato dagli errori. Ci sono giorni in cui sono più nervoso, bisogna accettarlo. La parte mentale nel tennis è fondamentale”.
Ma il Sinner fuori dal campo? “Non sono quello che si vede nei servizi di moda. Mi capita anche di uscire in pigiama”, ha ammesso, mostrando il suo lato più umano e autoironico. E quando si parla di pressione, Sinner sorprende con una visione inaspettata.
“È un grande privilegio. Fare il tennista è più semplice rispetto al medico, dove non si possono fare errori”, ha dichiarato, quando il discorso si è spostato sulla sua capacità di mantenere il sangue freddo anche nei momenti più difficili.
Jannik Sinner: “Non mi piace perdere nemmeno a carte”
La competitività di Sinner non si limita al tennis: “Perdere non mi piace, nemmeno a carte. Sono una persona molto competitiva”, ha ammesso. Federico Buffa, che lo ha definito “semplicemente ingiocabile”, ha anche offerto un consiglio: “Non mettere troppi chili di muscoli, sfrutta la leggerezza che deriva dalla tua esperienza da sciatore”.
Sinner ha sottolineato l’importanza di un lavoro mirato: “Qualche chilo lo devo mettere, ma è fondamentale capire quali muscoli sviluppare”, ha spiegato, sottolineando anche l’importanza di una programmazione intelligente dei tornei.
Dietro ai successi e alla fama, Jannik rimane un ragazzo semplice, lontano dall’immagine di una macchina perfetta. “Non voglio essere ridotto a un santino. Sono un ragazzo normale, con i miei pregi e i miei difetti”, ha detto, conquistando ancora una volta il pubblico, sia dentro che fuori dal campo.
Leggi anche:
- “Jannik Sinner? Fuori da ogni logica”: parla il direttore della Coppa Davis, “dall’anno prossimo cambieremo”
- Sinner, parla Binaghi: “Caso doping? Jannik è un fenomeno, vi spiego perché”