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Jannik Sinner, la Ceo dell’Itia spiega cosa lo aspetta al processo doping: e non sono buone notizie

Il caso Clostebol che coinvolge Jannik Sinner continua ad agitare l’ambiente tennistico, con il rischio di una lunga squalifica che incombe sulla carriera del giovane talento azzurro. La questione doping purtroppo non è ancora risolta, anzi. E mentre l’azzurro si prepara agli Australian Open, la partita più importante si gioca fra tribunali e studi di avvocati, a causa delle assurde regole della Wada sulle micro-contaminazioni.

Il processo al Tas, previsto per i prossimi mesi, sarà la partita più importante della sua stagione, con un verdetto che potrebbe segnare una svolta nella sua carriera, per il meglio o per il peggio. La vicenda risale all’utilizzo di Clostebol, e la Wada ha avviato un ricorso contro l’assoluzione iniziale da parte dell’Itia, l’agenzia antidoping italiana.

A fare chiarezza sulla situazione è intervenuta Karen Moorhouse, CEO dell’Itia, che in un’intervista a Tennis365.com ha fornito una panoramica dettagliata delle possibili conseguenze per Sinner. Secondo la dirigente, la normativa in caso di positività a sostanze dopanti prevede una squalifica che può variare da uno a quattro anni, a seconda delle circostanze.

Moorhouse ha spiegato che, se non viene provata l’intenzionalità nell’assunzione della sostanza, la pena potrebbe essere ridotta a due anni. Se invece dovesse essere dimostrato che non c’è stata alcuna colpa o negligenza, il tennista potrebbe evitare qualsiasi tipo di sanzione.

La situazione di Sinner, però, è diversa da quella di altri atleti, come la tennista Iga Swiatek, che ha ottenuto un trattamento più favorevole grazie alla contaminazione accidentale del prodotto. Nel caso di Sinner, la situazione appare più complessa. Secondo la CEO dell’Itia, il prodotto che ha causato la positività di Sinner non è stato contaminato, ma conteneva deliberatamente il principio attivo dopante.

Jannik Sinner, il rischio di uno stop di un anno

In questo caso, la difesa dovrà dimostrare che non ci sia stata alcuna negligenza da parte del fisioterapista che ha applicato il prodotto involontariamente. La Wada, infatti, contesta proprio la negligenza, ritenendo che il risultato del test sarebbe dovuto essere diverso.

Il futuro di Sinner nel tennis dipende ora dal processo al Tas. Se la Wada dovesse prevalere, il giovane atleta potrebbe essere costretto a fermarsi per un lungo periodo, con una squalifica che potrebbe arrivare fino a un anno. La Ceo dell’Itia ha sottolineato che il caso è ormai fuori dal loro controllo e che tutto è stato affidato al tribunale arbitrale, dove si svolgerà un nuovo processo.

Il verdetto del Tas, previsto intorno al mese di marzo, rappresenta quindi un momento fondamentale per Sinner, che dovrà affrontare una delle sfide più difficili della sua carriera. Se dovesse essere assolto, la sua carriera riprenderebbe senza intoppi, ma in caso contrario, il nostro tennista potrebbe dover fare i conti con una lunga pausa dal circuito.

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