Jackie Robinson è una figura iconica nello sport. Il primo afroamericano della storia a debuttare nel campionato professionistico americano di baseball. Una storia – la sua – diventata simbolo della lotta per i diritti aldilà dei colori della pelle. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Il 15 aprile 1947 ha debuttato con i Brooklyn Dodgers a Ebbets Field, diventando il primo player di colore a giocare in una partita della Major League Baseball dal 1884. Il 15 aprile di ogni anno si festeggia negli Stati Uniti il Jackie Robinson Day per ricordare l’esordio, simbolo per la lotta ai diritti della popolazione afro-americana. Andiamo quindi alla scoperta della storia di Jackie Robinson, il primo giocatore di baseball nero della Major League.
Le origini
Jackie Robinson nasce al Cairo, nello stato della Georgia (USA) il 31 gennaio del 1919. E’ il quinto figlio nato dai genitori Jerry Robinson e Mallie McGriff. I suoi bisnonni erano schiavi nella stessa proprietà che i genitori di Jackie, entrambi mezzadri , coltivavano. Nel 1920 Jerry abbandona all’improvviso la famiglia senza mai più fare ritorno. La mamma Mallie si fa in quattro per mantenere la fattoria da sola, ma il proprietario la costringe ad abbandonare. Così decide di trasferire la famiglia dalla Georgia alla California, per sfuggire a un clima divenuto insostenibile per va dei casi crescenti di violente rivolte razziali e linciaggi nei confronti dei neri. Mallie e i figli si trasferiscono a Pasadena, in California, con suo fratello Samuel Wade, sua moglie Cora e la loro famiglia. Le discriminazioni però non diminuiscono e addirittura qualche vicini fa circolare una petizione chiedendo che abbandonino la zona. Jackie prova a fare amicizia e si unisce alla “Pepper Street Gang”, un gruppetto di ragazzi piccoli e poveri che si divertono a commettere piccoli reati, atti di vandalismo o scherzi.
La predisposizione per lo sport nella famiglia Robinson gioca un ruolo fondamentale per il futuro di Jackie. In particolare Mack, il terzo maggiore, diventa una grande fonte di ispirazione: gareggia alle Olimpiadi di Berlino nel 1936 e ne esce con una medaglia d’argento al collo nei 200 metri. Jackie è molto bravo negli sport ed eccelle in quasi ogni disciplina che affronta: calcio, basket, baseball e atletica leggera. Dopo essersi diplomato nel 1937, si iscrive al Pasadena Junior College dove eccelle come quarterback, capocannoniere nel basket e saltatore in lungo da record nell’atletica leggera. Ovviamente si mette in mostra anche nel baseball: con una media di battuta di 4.17, Robinson viene nominato Most Valuable Junior College Player della California meridionale nel 1938.
Le università iniziano ad accorgersi di Jackie, che però nel frattempo subisce una perdita devastante. Il fratello Frankie muore in seguito a un incidente in moto. Nonostante il lutto, Robinson si fa forza e decide di iscriversi all’Università della California a Los Angeles (UCLA) per stare vicino alla famiglia. Jackie è un bravo studente e un ottimo atleta, ma le preoccupazioni per le economie della famiglia lo spingono ad abbandonare l’UCLA nel 1941, pochi mesi prima della laurea. Trova un lavoro temporaneo come assistente direttore atletico in un campo ad Atascadero, in California. Dopo una parentesi nell’esercito, prima a Fort Riley e poi a Fort Hood, nel 1945, Robinson viene assunto come interbase per i Kansas City Monarchs, una squadra di baseball delle Negro Leagues. Nel baseball professionistico c’era una regola – il “gentlemen’s agreement” – che impediva ai giocatori neri di entrare nelle squadre della major league e quindi fuori dal baseball professionistico.
Cosa ha fatto Jackie Robinson?
Una figura spartiacque per la storia del baseball e dello sport in generale, così come per quella personale di Jackie, è il presidente dei Dodgers Branch Rickey. Volenteroso di abbattere la barriera dei colori nella MLB, Rickey vede in Robinson l’uomo ideale per segnare la svolta. Un atleta di talento, ma anche una persona forte e istruita: “Dovevo trovare un uomo che portasse il distintivo del martirio. La stampa doveva accettarlo. Doveva stimolare una buona reazione dalla stessa razza negra perché uno sfortunato avrebbe potuto solidificare l’antagonismo di altri colori. E io avevo considerare i compagni di squadra dell’uomo“. Quello che Rickey cerca è un giocatore resiliente, capace di tollerare il razzismo e gli attacchi senza che si butti sulla difensiva o sull’essere sconfitto. Robinson, che ha giocato al fianco di compagni bianchi al college, è il profilo con i requisiti perfetti. Jackie accetta il compromesso e nell’ottobre del 1945 firma con i Montreal Royals, la squadra di spicco dei Dodgers.
Sopportando insulti terribili provenienti sia dalla tribuna che dalle panchine, Robinson gioca un ruolo da protagonista per la sua squadra nella vittoria alle Minor League Championship Series nel 1946. Il 9 aprile 1947 Rickey annuncia che Jackie Robinson avrebbe giocato per i Brooklyn Dodgers. L’inizio non è facile. Viene più volte aggredito fisicamente e verbalmente dagli avversari. Ma questi episodi contribuiscono a creare un clima di unione all’interno dei Dodgers. Perdono le World Series contro gli Yankees, ma Robinson viene nominato Rookie of the Year nel 1947.
I record di Jackie Robinson
Nel 1949 Jackie Robinson viene nominato Most Valuable Player (MVP) nella International League. È il primo uomo di colore a conquistare questo prestigioso titolo. A partire dal 1949 Rickey gli da il permesso di esprimersi liberamente ed essere sé stesso. Man mano la sua popolarità cresce e anche il suo stipendio. Diventa il più pagato di tutti i suoi compagni di squadra con uno stipendio da 35.000 dollari all’anno. Per quanto riguarda il gioco, gli esperti del baseball considerano Robinson l’iniziatore di un nuovo stile di gioco che unisce alle capacità in battuta una notevole velocità di corsa e un’ottima attitudine difensiva.
Di seguito i suoi primati nelle più importanti statistiche della MLB:
- Basi rubate: 29 (1947) e 37 (1949)
- Media battuta: .342 (1949)
- Percentuale di conquista delle basi: .440 (1952)
Nei nove anni trascorsi dall’esordio di Robinson con i Dodgers, diverse altre squadre firmano giocatori neri. Nel 1959, tutte le squadre della Major League Baseball sono integrate.
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