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Inter, un anno senza vincere un big match: tutti i problemi non risolti

Da oltre un anno l’Inter non porta a casa una vittoria contro Milan, Juventus o Napoli. L’ultimo acuto risale al 22 aprile 2024, il derby che consegnò lo scudetto della seconda stella. Da allora la squadra ha incassato solo sconfitte e pareggi nei confronti diretti, alimentando una domanda inevitabile: cosa succede ai nerazzurri quando il livello si alza?

Il ko nell’ultimo derby, maturato dopo due legni e un rigore fallito, si aggiunge alle cadute dell’Allianz Stadium e del Maradona. In questa stagione, se si guarda alle rivali storiche e a chi sta davanti, l’unico successo significativo porta la firma della vittoria all’Olimpico contro la Roma. Un bottino troppo magro per una squadra che dovrà cambiare passo se vorrà competere per il titolo. (continua dopo la foto)

Cristian Chivu ha ereditato un gruppo provato da una finale di Champions persa 5-0 e da uno scudetto sfumato all’ultima giornata. Si è presentato con un approccio da “psicologo”, rimarcando ancora una volta la necessità di “migliorare la percezione del pericolo”. Una frase che suona come una costante, perché i nerazzurri sembrano ripetere gli stessi errori nei duelli che contano davvero.

La stagione scorsa racconta un copione che è diventato una costante: un punto nei due derby, due punti contro il Napoli, uno contro la Juve. Nessuna vittoria. E allo stesso tempo goleade contro squadre come Atalanta e Lazio, a conferma di una doppia anima difficile da decifrare.

Nel derby, pur giocato bene e dominato per larghi tratti sono emersi problemi evidenti. Il primo è il rendimento di Sommer, amplificato dalla grande prestazione di Maignan. Secondo molti, a portieri invertiti i nerazzurri avrebbero vinto nettamente. La seconda, le pecche già segnalate da molti sul mercato.

Manca un centrocampista di peso e di rottura, manca qualcuno che salti l’uomo, manca un centrale difensivo veloce. E soprattutto, l’errore commesso nella scelta di Luis Henrique penalizza la squadra ogni volta che manca Dumfries. Ieri Chivu è stato costretto a schierare Carlos Augusto sulla fascia a lui meno congeniale, e la prestazione del brasiliano è stata modesta. L’Inter ha attaccato quasi esclusivamente dalla parte di Di Marco. Poi c’è il momento no di Lautaro, quasi irriconoscibile.

Anche per questo, quest’anno il trend negli scontridiretti non si è invertito: nei big match l’Inter fatica, a volte va in vantaggio e poi si smarrisce, come successo due volte contro il Milan tra campionato e Supercoppa, altre invece prende gol e non è capace di recuperare. (continua dopo la foto)

Chivu dovrà lavorare molto sul piano mentale, perché la sconfitta (immeritata, d’accordo, ma resta una sconfitta) del derby rischia di pesare sull’umore dei giocatori e di minare le loro certezze. L’ultima vittoria in un grande incrocio resta ancora quel 2-1 nel derby-scudetto, una sorta di tabù che aleggia sulla squadra.

Anche Calhanoglu ha fallito un rigore (uno dei due sbagliati in tutto) nella stessa porta, allo stesso minuto dell’anno precedente con il Napoli. Coincidenze? Forse. Ma il piatto piange, e bisogna trovare soluzioni. Non solo da parte di Chivu: a Gennaio la società ha il dovere di intervenire per correggere un mercato deficitario.

L’Inter, se vuole tornare a dettare legge nei momenti che spostano una stagione, non può più rimandare un’analisi approfondita di quello che non va. È nei big match che si vedono le squadre dominanti. E da più di un anno, per i nerazzurri sono diventati un muro quasi invalicabile.

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