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Inter, parla Bastoni e promuove Chivu: “Ma la finale con il PSG è stata strana…”

Alessandro Bastoni apre un quadro preciso sul presente dell’Inter e mette al centro Cristian Chivu, promosso senza esitazioni per il modo in cui è entrato nel cuore della squadra. “Ha avuto un approccio molto positivo. È una persona valida, un ragazzo eccezionale che ha tanta voglia di lavorare“.

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Per il difensore, l’ex capitano nerazzurro ha saputo inserirsi con discrezione e autorevolezza: “Ci trasmette le cose nella maniera giusta e ha colto perfettamente il modo migliore di entrare nel gruppo”.

Un giudizio che arriva da uno dei punti di riferimento dello spogliatoio e che racconta un impatto positivo reale, non di facciata. Chivu, nella percezione dei giocatori, ha portato idee chiare, metodologia e una capacità di ascolto che si sta trasformando in fiducia reciproca.

Lo sguardo di Bastoni torna inevitabilmente sulla finale di Champions perduta contro il PSG, una ferita che non si è rimarginata. Il difensore ricorda un impatto difficile da gestire: “Venivamo da una semifinale storica, ma loro andavano al doppio. È stata una partita strana, è come se non avessimo colto subito quanto fossero forti“. Il peso della sconfitta è rimasto addosso per giorni, e la squadra lo ha vissuto come un’occasione sfuggita di mano.

Ma da quella delusione nasce una spinta nuova. Due finali in tre anni non sono un dettaglio, e Bastoni lo sottolinea: la base c’è, il gruppo è solido, e la voglia di tornare lì è forte. “Il calcio ti dà sempre un’altra occasione. Quando passa il tempo ti dici: ci voglio riprovare”. (continua dopo la foto)

Bastoni ripercorre anche il suo percorso di crescita. Dal primo impatto con Conte alla naturalezza con cui oggi interpreta un ruolo più elastico, che si fonda sulla lettura del gioco e sui movimenti dei compagni. “Nell’immaginario collettivo il difensore difende e basta, ma non è il mio caso. Mi piace fare molto altro, mi viene naturale“.

Inter, Bastoni ha voglia di rivincita

E poi c’è la leadership, costruita in sette anni: dai modelli di Handanovic e Ranocchia alla responsabilità insieme a Lautaro e Barella. “Quello che loro sono stati per me, io lo sono per i più giovani. So indirizzare i nuovi nella direzione giusta”. Una parola speciale per Pio Esposito: “Noi lo proteggiamo, ma non ne ha bisogno: è serio e lavora benissimo”.

Bastono disegna l’immagine di uno spogliatoio sorretto da un equilibrio che unisce i giocatori in campo e fuori: Chivu che dà nuova linfa allo staff, la finale col PSG che brucia e lascia una voglia di rivincita e un gruppo che, parole di Bastoni, ha già messo un altro obiettivo davanti a sé.

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