
Ah, la bellezza dei numeri. L’Inter di Simone Inzaghi forse farà storcere il naso ai Millenial, ma a Monaco con il Bayern il Mister nerazzurro ha scritto una pagina di storia della Champions, diventando il primo allenatore a schierare quattro giocatori con più di 35 anni in una sfida ad eliminazione diretta.
CdS – L'#Inter vola con l'"Inzaghi-ball": quella nerazzurra è una squadra unicahttps://t.co/HgW72AtCpz
— FcInterNews.it (@FcInterNewsit) April 10, 2025
È come se avessimo trovato un’equazione per spiegare il calcio: esperienza + determinazione + saggio invecchiamento = 2-1 contro il Bayern. Facile, no? Eppure, dietro a quei numeri – Acerbi (37), Sommer (36), Mkhitaryan (35), Darmian (35) – c’è una strategia meticolosa. Sommer, il portiere che non è più solo “bravo”, ma un fattore fondamentale in grado di guidare il gioco palla a terra.

Acerbi, da parte sua, è il muro insuperabile, capace di imbrigliare i giganti del Bayern, come già fece con Haaland in passato; Mkhitaryan non è più il trequartista di una volta, ma l’uomo che dà ritmo, che da centrocampo porta un equilibrio necessario; e infine Darmian, che ha saputo farsi trovare pronto nel momento giusto, a 35 anni e dopo un infortunio; segno di enorme professionalità.
L’età, in questo momento, per l’Inter non è un limite, ma una risorsa. Anche se ovviamente, con tre competizioni in ballo, centellinare le forze diventa fondamentale. E non sarà semplice. Sommer, Acerbi, Darmian e Mkhitaryan vivono un momento d’oro delle loro carriere. Mai come oggi sono stati così determinanti in un contesto così prestigioso.
La forza di questi “vecchietti” è soprattutto nella loro capacità di fare gruppo, di gestire la gara con freddezza. Quando il Bayern ha schiacciato l’Inter nel finale, con il gol del pareggio a cinque minuti dalla fine, la squadra ha reagito con la maturità di chi sa come non mollare sotto pressione. Insomma, l’esperienza ha vinto, e il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Certo, il futuro della squadra non può basarsi solo su giocatori con più di 35 anni. L’età media della rosa è alta, e l’ossessione di Oaktree per il mercato futuro sarà quella di rinfrescare il gruppo, magari con qualche giovane promessa che possa crescere e maturare al fianco di questi veterani.
Ma per il momento, se la chiave per andare avanti in Champions è essere un po’ “vecchi” e tanto esperti, allora l’Inter può sognare, grazie a un gruppo che sa sempre cosa fare, quando farlo, e, soprattutto, come non farsi prendere dal panico. Inzaghi ha trasformato l’esperienza in una risorsa, che ancora per quest’anno è il marchio di fabbrica di una squadra che, comunque vada a finire, ha saputo competere ovunque.
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