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Inter, parlano i big: Dumfries fra Inzaghi, Chivu e il “mistero” della finale di Champions

L’Inter prova a voltare pagina dopo la brutta sconfitta in finale di Champions League. Fra i volti simbolo di questo momento di transizione, Denzel Dumfries ed Henrikh Mkhitaryan, lo dicono senza giri di parole: la delusione brucia ancora, ma la voglia di ripartire è già forte. E intorno a Cristian Chivu, nuovo allenatore scelto per il dopo Inzaghi, lo spogliatoio si compatta.

Dumfries non ama parlare troppo, ma quando lo fa va dritto al punto: “Bisogna essere onesti: non possiamo dire che non sia successo nulla. Abbiamo perso male col PSG, loro sono stati più forti e non era la nostra giornata. Ma il mondo sa che possiamo arrivare di nuovo in finale, ora dobbiamo dimostrare di poterla vincere. La motivazione per ripartire supera la delusione”.

Parlando alla Gazzetta dello Sport, l’esterno olandese ha sottolineato come la squadra resti compatta nonostante l’addio di Simone Inzaghi: “Eravamo legati a lui, quattro anni vissuti come una famiglia. È stato difficile salutarlo ma siamo felici per la sua nuova avventura. Noi ora siamo concentrati su Chivu: un ottimo allenatore, staff valido, idee chiare. Ci sta dando energia nuova, magari giocheremo più alti e sistemeremo dei dettagli”.

E tra una battuta sui derby contro Theo Hernandez e una sul clima positivo nello spogliatoio, Dumfries mette in chiaro la linea: “Nessuno perderà mai l’orgoglio di giocare per l’Inter. Siamo pronti a riprovarci“. Sulla stessa lunghezza d’onda Mkhitaryan. L’armeno, intervistato da Repubblica, non nasconde che la botta subita contro il PSG pesa ancora: “Il dolore non si cancella, la cicatrice resta. Ma indietro non si torna, dobbiamo rialzarci“.

Sul suo futuro non fa proclami: “Ho un altro anno di contratto, se non mi cacciano resto. Questa stagione è stata la più faticosa della mia carriera, non so quanto ancora potrò giocare ma non voglio ritirarmi con il rimpianto di averlo fatto troppo presto. Dopo l’Inter smetto: non tornerò a giocare in Armenia né andrò in Arabia, amo questo sport per il gioco, non per i soldi“.

Parole chiare anche su Chivu: “Serio, simpatico, ci supporta mentalmente e tatticamente. Il modulo è lo stesso ma l’approccio è diverso. Se capiamo in fretta cosa ci chiede, torneremo fortissimi”.

Tra i volti nuovi c’è Luis Henrique, arrivato dal Marsiglia. Al Corriere della Sera il brasiliano ha raccontato le prime impressioni: “Mi ha colpito l’intensità degli allenamenti. Devo crescere tatticamente, in Francia è più fisico. Difendere mi costa fatica, ma so che devo farlo. Chivu mi chiede di stare alto e tentare la giocata, parliamo tanto”.

La ferita Champions è ancora aperta, ma a Milano – sponda nerazzurra – nessuno vuole lasciarsi vincere dallo sconforto. E con Chivu in panchina, la stagione dell’Inter sta finendo ma è appena cominciata: il Mister chiede impegno, testa bassa e voglia di rivincita. Poi scopriremo i cambiamenti tattici, ma in questo momento contano di più il senso di appartenenza e l’aspetto mentale.

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