
Inter, cresce la tensione mentre Monaco di Baviera si avvicina. La finale si giocherà sabato sera e gli occhi dell’Europa (e non solo) sono puntati lì, dove si deciderà tutto: il destino di una stagione, il sogno di una vita. I nerazzurri sono pronti per la finale di Champions League contro il Paris Saint-Germain, e lo faranno… in giallo.
UFFICIALE – #PSGInter, #Lautaro e compagni in campo con la terza maglia gialla. #Sommer in completo arancione #ChampionsLeague https://t.co/isGjrfg9XW
— FcInterNews.it (@FcInterNewsit) May 29, 2025
Sì, la squadra ha scelto di indossare la terza maglia, quella appunto gialla. Il regolamento Uefa non ammette deroghe: il PSG, considerato “in casa”, indosserà la tradizionale casacca blu con striscia centrale bianca e rossa. Ai nerazzurri, “ospiti” sulla carta, restava l’opzione tra la seconda maglia bianca e la terza color canarino.
I giocatori hanno scelto il giallo, e non per caso. C’è qualcosa di più “artistico” e imprevedibile, una maggiore visibilità in quella divisa. Il messaggio di chi dice “siamo qui per lasciare il segno”. Ma non è solo questo, non si tratta di una scelta estetica. C’è di mezzo qualcosa che i tifosi di calcio conoscono bene: la scaramanzia. (continua dopo la foto)

Non si lascia niente di intentato per una gara come questa. E quindi, ecco il fattore cabala: in tutta la cavalcata europea di quest’anno, l’unica sconfitta è arrivata con il Bayer Leverkusen, e i nerazzurri indossavano la divisa bianca. Con il giallo, invece, è tutta un’altra storia: sette vittorie, un pareggio e una sola sconfitta.
In giallo sono arrivati due successi pesanti, in casa dello Sparta Praga e poi a Rotterdam contro il Feyenoord. E c’è anche Sommer, che potrà indossare l’uniforme arancione: la stessa con cui ha murato Lamine Yamal a San Siro. Per qualcuno saranno coincidenze. Per chi vive di calcio, sono questioni che possono cambiare l’umore prima di entrare in campo.
E non è tutto, perché si guarda anche al passato. L’unico precedente in cui l’Inter ha indossato una terza maglia in una finale risale al 1998, quando Ronaldo il Fenomeno alzò la Coppa Uefa a Parigi, proprio nello stadio del PSG. Anche allora era un’eccezione cromatica, la famosa maglia a righe grigie e nere orizzontali, ma fu una notte perfetta.
In questo scenario carico di tensione, a prendere la parola è stato uno dei cuori pulsanti di questa Inter, Nicolò Barella. Parlando a InterTV con la voce di chi sente il peso e l’orgoglio di questa sfida, il centrocampista sardo ha mostrato entusiasmo e consapevolezza: “Sabato sarà la seconda finale in tre anni. Vuol dire tanto. È un orgoglio. Ma stavolta cercheremo di cambiare il finale”. (continua dopo la foto)

Non si nasconde, Barella. Anzi, rilancia: “Forse non è il mio miglior momento di forma, ma di sicuro è il momento più importante. Proverò a essere nella mia versione migliore”. Un gol nel cuore più degli altri, in questa cavalcata Champions? “Quello di Acerbi contro il Barcellona. Ci ha fatto credere nella rimonta. E poi Frattesi, grazie a lui siamo qui”.
È una squadra che si riconosce nel lavoro di gruppo, nella fatica condivisa, nella bellezza del lottare insieme fino allo stremo delle forze: “Oltre alle vittorie, conta il percorso. E penso che questa società sia tornata dove merita. Io ho solo cercato di aggiungere il mio pezzettino”.
Leggi anche:
- Mourinho Show: “Inter il Triplete è solo mio, ma ora per la finale di Champions…”
- Nasce l’Inter di domani: annunciato il secondo acquisto